Siamo bravissimi nelle tragedie e nei giochi di squadra, ma quando si tratta di programmare o gestire o manutenere, siamo una vera frana, come quella che immancabilmente ci travolge tutte le volte che la terra trema.

Nelle tragedie, scatta un moto di solidarietà e generosità, quasi atavica, che consente di arginare situazioni catastrofiche importanti. Credo che in nessun paese al mondo esista un esempio di tale abnegazione di un popolo, quando si tratta di fronteggiare l’immane conseguenza di un terremoto che, in Italia, si presenta con la costanza di una influenza invernale. Analogamente, siamo capaci di unirci e affratellarci quando c’è da sostenere una squadra nazionale che si di calcio o volley o basket o altro ancora.

Viceversa, quando c’è da ricostruire, con una programmazione seria ed efficace che eviti altri disastri o altre sconfitte, beh, allora vien fuori il mostro dell’individualismo e dell’egoismo. La conseguenza è che siamo ancora qui a parlare del terremoto di Messina del 1909 (non lo sapete, ma sono ancora in vita alcuni enti preposti alla gestione di quell’evento), del Belice, de L’Aquila, dell’Emilia, dell’Irpinia, dove l’unica costante è la disorganizzazione e la corruzione. Forse l’unico esempio di buon governo e buona programmazione è dato dalla gestione del terremoto del Friuli che fu alla base della rinascita di quella, allora, poverissima regione.

Ma è un’eccezione che conferma la regola di un italiano bravo nelle emozioni, nella solidarietà e generosità del momento, terribilmente individualista ed egoista, quando c’è da mettersi insieme e programmare un futuro.

Provocano disgusto coloro che strumentalizzano, a fini politici, la tragedia dei terremoti, proponendosi come salvatori della Patria, quando è risaputo che non è questione di partitocrazia o movimentismo o altra diavoleria del genere, ma di atteggiamento antropologico dell’italiano. Non è cambiando governi o generazione politica che cambia l’atteggiamento dell’italiano di fronte a questi problemi. Ne sono dimostrazione secoli di storia italiana, con governi monarchici o democratici, di destra o di sinistra.

Enzo C. Delli Quadri