Sono in tanti, specialmente tra coloro che sognano i prati verdi del comunismo (forcaiolo e liberticida), che si dicono grati a Ferruccio De Bortoli per aver scritto che il ministro Boschi si sarebbe impegnata affinché Unicredit valutasse l’acquisto di Banca Etruria. (Ricostruzioni per le quali Boschi porterà l’ex direttore del Corriere della Sera in tribunale)
Sono grati perché secondo loro il compito principale della stampa sarebbe, per parafrasare il Foscolo dei Sepolcri, quello di temprare lo scettro a’ regnatori, sfrondarne gli allori, svelare alle genti di che lagrime grondi quel potere, e di che sangue.
È esatto utilizzare il condizionale: sarebbe o dovrebbe essere, perché, in questa stucchevole vicenda di De Bortoli, molte cose non quadrano.
- De Bortoli scrive come se venisse, non dagli USA o dalla Cina, ma da un altro mondo. Eh, no! È sulla scena da decine di anni e la sua preoccupazione, a capo del Sole 24ore o del Corriere, è stata prevalentemente quella di reggere il cordone della Confindustra o dei capitalisti reggenti il Corriere. Chi legge il Corriere sa delle campagne contro la casta (politici, parlamentari, consiglieri regionali, semplici sindaci); pochissime volte ha fatto compagne contro banche, imprese assistite, parastato…
- De Bortoli ha avuto questa “confidenza circa l’interessamento della Boschi per la Banca Etruria” già due anni fa. Perché non ne ha fatto, subito, un articolo per il Corriere dove, da tempo, ricopre il ruolo di editorialista? Perché ha atteso di scriverne in un libro? Marketing pubblicitario per vendere il suo libro?
- Il padre della Boschi era un semplice consigliere della Banca, promosso a vice Presidente negli ultimi mesi della vicenda; la stessa Boschi aveva investito in essa poco più di 1.000 euro. Il Governo Renzi ha commissariato la Banca, nonostante la Boschi ministro. Parlare di conflitto di interesse può essere corretto formalmente ma, nella sostanza, è ridicolo.
- Sconcerta, infine, il modo con cui De Bortoli ha utilizzato tutto questo argomento, coprendolo con le nubi nere della massoneria e del malaffare. Tipica arte del calunniatore. Qualcuno ha scritto che: Muoversi a colpi di accetta – anche se il taglio del vestito e il tono della cravatta sono impeccabili – è roba da grillini.
I D’Alema, gli Speranza, i Gotor, i Travaglio, i De Bortoli e coloro che si dicono a loro grati amano il disfattismo e il nichilismo, sfogano la loro frustrazione nelle polemiche. In definitiva: non vogliono bene all’Italia.
Enzo C. Delli Quadri