Un altro cui duole solo un dente è Massimo Giannini, vicedirettore de La Repubblica. Proprio non ce la fa a distogliere la sua lingua da quel dente rappresentato da Matteo Renzi. Non passa giorno che, dal basso della sua penna, non si attardi a scaricare su Renzi responsabilità e impostazioni al limite del fantasioso, pur di continuare a giocare alla ruota medievale [1]. Potrebbe giocare alla giostra medievale [2], partecipando alla tenzone politica, ma preferisce nascondersi dietro la libertà di stampa per straparlare.
Tanto per citare un esempio, parlando di ius soli, ieri, 17 luglio 2017 si è intestardito a inanellare tutta una serie di assurde affermazioni che trovano luogo solo nella sua testa e in quella di suoi ammiratori interessati. Eccole:
“Sullo Ius soli, Renzi, ammaina bandiera…..“ Ah Massimo, qui nessuno ammaina bandiera!!! Il PD è ben schierato a difesa di questo legittimo diritto, da sempre e da solo, se si considera che anche la sinistra rifondarola fa di tutto per “affumicare” anche questa iniziativa parlamentare; basti pensare alle tante accuse rivolte a Renzi di ricercare un incidente di percorso per anticipare la fine della legislazione.
“La legge finisce sul binario morto delle tante incompiute ….” Ah Massimo, il Pd ha portato a compimento decine di leggi. Mancherebbero all’appello quelle sulla cannabis, sul biotestamento e sullo ius soli…Davvero sono tante solo tre leggi incompiute, rispetto alle oltre 30 compiute? Peraltro, Giannini sa o finge di non sapere che queste leggi sono indigeste, per i soci della maggioranza di governo.
“Renzi è costretto a rinunciare a una delle poche leggi autenticamente di sinistra…“. Ah Massimo, leggi autenticamente di sinistra sono almeno 6: tortura, diritti civili, dopo di noi, reati ambientali, caporalato, divorzio breve e se ne potrebbero aggiungere altre, se non fosse che verrebbero respinte come interventi di centro. Allora, sempre che Giannini sappia fare due + due, ci dica: tre leggi incompiute sarebbero tante; almeno sei leggi autenticamente di sinistra sarebbero poche?
“Per far passare lo ius soli, Renzi avrebbe dovuto blindare un accordo con il centro di Alfano“. Che strano modo di ragionare, visto che nel parlamento italiano, in particolare dopo il NO alla riforma costituzionale, tanto difeso da Giannini, i parlamentari solo liberi da qualsiasi mandato e pronti a spostarsi ad ogni stormir di fronde. Peraltro, Giannini sa o fa finta di non sapere che l’accordo con il Centro c’era, eccome, visto che la legge ha già avuto l’assenso della Camera con tutta la maggioranza d Governo ben compatta, da MDP al PD ad Alfano a Verdini. L’accordo c’era, ma………tira e gira il vento e, hai voglia a blindare, il centro si sposta. E la colpa sarebbe di Renzi? Ma, dai!!!
“La sinistra politica che si arrende a tutto questo porta una responsabilità. Non ha visto in tempo il problema perché in molti casi non lo vive sulla propria pelle.” Questa frase ha il sapore di parole buttate giù tanto per riempire lo spazio che l’articolo richiedeva o, in alternativa, per fare colpo su qualche coscienza troppo sensibile, perché, diciamolo, questa frase non significa nulla: parte da un presupposto inventato e giunge a conclusioni altrettanto inventate.
Meraviglia che un tal giornalista, che in un solo articolo mette in fila tante banalità, possa ricoprire il ruolo di vicedirettore di un giornale di fama internazionale.
Comunque fatti negativi e irritanti come quello descritto possono rivelarci aspetti altrettanto positivi. Infatti, ragionandoci un pò, emergono due cose:
- primo, Matteo Renzi, volenti o nolenti, è al centro della politica italiana, il che non guasta;
- secondo, i nostalgici del novecento non riescono ad elaborare il lutto per il Comunismo morto e sepolto e, insensibili a goffaggine e insulse elaborazioni, scaricano la responsabilità di quella morte su chi, proprio da sinistra, cerca, come fa Renzi, di introdurre cambiamenti necessari per evitare di restare incastrati in una identità ideologica superata nei tempi e nei modi.
Enzo C. Delli Quadri
[1] Il supplizio della ruota era una forma di tortura, a volte di pena capitale.
[2] un combattimento fra due cavalieri con “lancia in resta”