Toh! ti pareva? Giunto a conclusione il primo grado di giudizio del processo “Mafia Capitale”, con il verdetto di pesanti condanne per Carminati e Buzzi, seppur senza l’aggravante di mafiosità, ecco che emerge da un silenzio tombale, che si sperava rimanesse tale, il chirurgo Ignazio Marino, il quale si scaglia contro Renzi con parole di fuoco che la stampa amica subito riprende:
Renzi mi ha impedito di fare pulizia nel partito; ha colto l’occasione per allontanare chi stava lavorando con determinazione per sradicare dal Comune le consorterie criminali come quella condannata ieri. Azioni evidentemente non capite o non gradite. Chi era al governo voleva chiudere la mia esperienza ‘marziana’ il più rapidamente possibile”.

Ti pareva che il chirurgo non approfittasse di questa occasione per lanciare in aria parole inverosimili senza alcun senso di vergogna? Eh, sì, perché occorre essere spudorati per non ricordare lo scempio politico che egli fece della fiducia che i romani avevano riversato, prima che su di lui, sul PD che lo candidò.

Vinse, nel 2013, con il 63,93% dei voti, contro Alemanno, ma grazie ai suoi interventi, del tutto inadeguati, le nozze con la capitale e i suoi cittadini finirono male. Il PD non poté materialmente difenderlo. Nell’ottobre 2015 fu defenestrato: troppi erano stati i suoi errori, troppi e ingiustificati. Eccone alcuni, importanti:

  1. Roma era a rischio default perché nel suo bilancio si era aperta una falla di 900 milioni. Marino non cercò di risolvere il problema con una ricerca umile di alleanze con il Parlamento, ma volle scontrarsi con il Governo, minacciando il blocco totale della città. Grazie a Marino, il Governo non fu facilitato in questa operazione di salvataggio di Roma e il decreto salva-Roma, che seguì, fu inesorabilmente cavalcato dalla Lega e da altri emergenti del M5S non come giusta attenzione ai problemi della Capitale, ma come ulteriore frode ai cittadini italiani tutti (Roma Ladrona)
  2. Prima ancora di avviare un progetto alternativo per la gestione dei rifiuti, Marino chiuse il sito di Malagrotta. Quel che ne seguì (rifiuti nelle strade con Marino dichiarante: «Tra qualche giorno non saprò dove metterli») furono seguite per mesi dalle TV italiane ed estere.
  3. Scelse come a.d. di AMA (società che gestisce o rifiuti, a Roma) Ivan Strozzi, costretto dopo pochi giorni a dimettersi perché sulla sua testa pendeva l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti.
  4. Senza un minimo di decoro istituzionale, si lamentò pubblicamente di guadagnare poco, come sindaco, rispetto agli emolumenti che avrebbe percepito da chirurgo (nessuno gli aveva puntato la pistola alla tempia perché si candidasse a sindaco di Roma)
  5. Si inimicò sia gli attivisti del Gay Pride, rifiutando apertamente un loro invito, sia gli attivisti delle associazioni pro-famiglia,celebrando in Campidoglio, contro la legge, ad usum TV, dei matrimoni finti tra coppie di fatto.
  6. Fu soprannominato “sottomarino”, quando di fronte al maltempo che aveva messo in ginocchio Roma, corse, in modo inadeguato, a chiedere aiuto al Governo e al Parlamento, per la felicità della lega.
  7. Il maltempo fece emergere le tante buche appena rattoppate e le conseguenze per la viabilità e i trasporti sono ancora negli occhi dei romani.
  8. Designò Oreste Liporace, colonnello dei carabinieri, come nuovo comandante dei vigili urbani. Non era in possesso dei requisiti previsti dal bando.

Mi chiedo da dove Marino tiri fuori tanta protervia e tanta presunzione, senza un pizzico di vergogna, preferendo accusare Renzi e il PD, piuttosto che la sua assodata incapacità politica, seconda solo a quella che sta dimostrando il suo successore, la sindaca Raggi.

Enzo C. Delli Quadri