Charly Gard, al momento della nascita, il 4 agosto 2016, era perfettamente sano. Ma, dopo solo qualche mese, i genitori notarono che il bambino faticava a muoversi e a respirare. Si rivolsero al miglior centro ospedaliero di Londra che diagnosticò: sindrome di deperimento mitocondriale ….. incurabile. I genitori si ribellarono a questa sentenza e fecero di tutto per mantenere in vita il piccolo, contro ogni possibilità di riuscita. Infatti, il bambino riusciva a respirare e a nutrirsi solo grazie a macchinari e tecnologia innovativi. Il mondo seppe di questa tragedia, si commosse e partecipò coinvolgendo tutto il sistema sanitario mondiale e tutte le più importanti personalità del pianeta, da Papa Francesco, a Trump e ai leaders non solo europei. Diversi medici dell’ospedale, che ospitava il piccolo, denunciarono: lo si tiene in vita, una vita solo virtuale, solo per far piacere ai grandi della terra. Il finale, scontato, è arrivato poche settimane fa e il bimbo ha lasciato questo mondo. Lo ha fatto nel massimo della partecipazione possibile, nel massimo conforto e nel massimo della considerazione.
Aylan Kurdi aveva tre anni, era sano e forte ma aveva un grosso difetto: era nato in un teatro di guerra e di fame. I suoi genitori, di origini curde, si ribellarono a questa situazione e decisero di porlo in salvo, affrontando i rischi di una traversata dominata da uomini senza scrupoli che considerano l’essere umano solo un rifiuto da cui lucrare. La sorte è stata maligna. Aylad ha finito di vivere giacendo con la faccia in giù tra la schiuma delle onde. Un fratello di due anni più grande di lui e la loro madre furono risucchiati in fondo al mare. C’è stato un momento di choc, subito dopo la pubblicazione della foto del bimbo riverso sulla sabbia, ma allo choc non è seguita alcuna azione. Pochi, pochissimi uomini hanno fatto presente che la situazione in cui versano questi bambini non dipende da una loro scelta, non è e non può essere sotto il loro controllo. Aylan Kurdi ha lasciato questo mondo con una partecipazione emotiva durata lo spazio di un battito d’ala, cui è seguita una amara e malinconica indifferenza.
Enzo C. Delli Quadri