Il PIL, cos’é
Il Prodotto Interno Lordo (PIL) misura il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti all’ interno di un paese, al lordo degli ammortamenti.
Si calcola in tre modi diversi che danno lo stesso risultato:
- “Metodo della Spesa“, sommando i Consumi (spesa delle famiglie in beni durevoli, beni di consumo e servizi), gli Investimenti (spesa delle imprese e delle famiglie in immobili) e la Spesa Pubblica e delle Esportazioni nette (differenza fra esportazioni ed importazioni).
- “Metodo del Valore Aggiunto“, sommando i valori aggiunti dei Beni e dei Servizi prodotti dalle imprese, vale a dire la differenza tra il ricavo ottenuto dalla vendita e la somma pagata per l’acquisto delle materie prime e dei semilavorati utilizzati nel processo produttivo. Questo, per eliminare tutte le duplicazioni che intervengono nella catena del valore di un bene
- “Metodo dei Redditi“. Il Prodotto Interno Lordo può essere, infatti, ottenuto come sommando le Retribuzioni e i Redditi da Capitale.
Andamento del PIL e il caldo di giugno 2017.
Secondo esponenti del M5S il buon andamento del PIL nel giugno scorso è stato dovuto alle temperature molto elevate del periodo. Affermazione, questa, semplicistica, fuorviante che, espressa nei modi e nei tempi, si configura come una BALLA.
Infatti, nel secondo trimestre del 2017 è stato registrato un aumento del PIL dello 0,4%: Questo era già avvenuto nel primo trimestre 2017 e nell’ultimo del 2016 (dati estratti dal database Istat). Dunque, il caldo o il freddo c’entrano solo minima parte.
Se, poi, si esamina la produzione industriale di giugno, si osserva che essa è stata trainata, rispetto a giugno 2016, dai beni di consumo (+5,6%), da quelli durevoli (+10,6%), strumentali (+5,1%) e intermedi (+4%), dalla produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+18,5%), dalla fabbricazione di mezzi di trasporto (+13,6%), dalla fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+12,1%) e dalla fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+10,8%).
Pertanto, anche il clima, per la sua incidenza sulla produzione di energia, annessi e connessi, incide sul buon andamento del Pil, ma la sua incidenza è decisamente minima. Pretendere di spiegare l’andamento del PIL con il caldo o, viceversa, il freddo è una fantasticheria che porta a tesi semplicistiche e fuorvianti che si traduco, per tempi e modi, in una Balla.
Il PIL e il benessere
Va detto, in questo contesto, per essere completi nell’informazione ed evitare accuse di piaggeria nei confronti di chicchessia, che il PIL misura solo il valore materiale di un Paese, sia brutto sia bello, sia accettabile, sia inaccettabile. Non misura il valore dei beni immateriali.

In proposito, Robert Kennedy, ex-senatore statunitense ed ex candidato alla presidenza, nonché fratello di John Fitzgerald Kennedy (35esimo presidente degli Usa), pronunciò parole molto particolari durante un discorso che tenne nel1968, poco prima di essere ucciso.
«Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato alla eccellenza personale e ai valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni. Il nostro Pil ha superato 800 miliardi di dollari l’anno, ma quel PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria, la pubblicità per le sigarette e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine settimana. Il Pil mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck, ed i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Comprende le auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori famigliari o l’intelligenza del nostro dibattere. Il Pil non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la devozione al nostro Paese. Misura tutto, in poche parole, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani».
Enzo C. Delli Quadri
Fonti: Sole 24 Ore, Borsa Italiana, Istat, Manuali di contabilità e finanza pubblica.