Il “terreno” è davanti a noi ed è ben presente con i suoi beni, i suoi affetti, i suoi sentimenti; li reclamiamo ad alta voce per la nostra soddisfazione, la nostra libertà e la nostra felicità. Arriviamo, perfino, a pretenderli e non ci accorgiamo che più forte è la pretesa di possederli, per goderne, e minore è la possibilità di trarne soddisfazione: il disinganno è pronto a spargere la nostra vita di dolore e sofferenza.
Il “trascendente” è come assente, nascosto ai nostri 5 sensi. C’è un velo che ci separa da esso; ci impedisce di svelarcelo finché l’età non matura. All’avanzare di essa, il velo si assottiglia e inizia a disvelarci quel che potrebbe essere il bene infinito. Nel nostro crepuscolo comincia a brillare il raggio aurorale della felicità perfetta.
Il confine tra loro è sottilmente incarnato in noi, tanto da costringerci a riflessioni, considerazioni, prese di posizione, dalle più elementari (che ci facciamo su questa terra?) alle più complesse (esiste Dio? Esiste una quarta dimensione?). Siamo sballottati tra l’uno e l’altro per credenza, sofferenza, dolore, incomprensione o mistero.
Fortunato chi riesce a vivere il trascendente mentre è ancora in vita e riesce a sfuggire alle catene che possono avvinghiarlo alle caviglie e ricondurlo alle misere questioni terrene.
Nota bene: per i credenti, il trascendente è Dio con la sua Volta Celeste; per gli altri, il trascendente coincide con la quarta dimensione.
La quarta dimensione, secondo le varie teorie, coinvolgerebbe tempo e spazio.
- Secondo William Bishop (pseudonimo di un famoso ricercatore e studioso di meccanica quantistica), la quarta dimensione è il tempo inteso come durata, cioè, la linea che connette il te stesso appena concepito con il te stesso “deceduto”. Noi non siamo in grado di vederla nella sua totalità perché viviamo nella terza dimensione. Quindi il tempo lo viviamo istante per istante senza poter vedere la tua interezza. Noi esseri tridimensionali vediamo solo sezioni del nostro io quadridimensionale. In termini ancora più ampi, la quarta dimensione può essere vista come la linea che connette il Big Bang con la fine del nostro Universo.
- Secondo altri, che si rifanno allo spazio, il termine quarta dimensione è generalmente riferito ad una estensione degli oggetti, ulteriore rispetto alla lunghezza, alla larghezza e alla profondità, che implica la necessità di una ulteriore coordinata oltre a quelle spaziali per individuare univocamente la posizione dei punti.
In sintesi il Trascendente esisterebbe oltre quel che riusciamo a vedere, sentire e percepire