Il Buonista

Il Buonista è ingenuo, solidale, non ha problemi a discutere con i ricchi o con i poveri, con gli aristocratici o con i clochard, con gli intelligenti o con i furbi, con i bianchi o con i neri o con i gialli, é contro la pena di morte e contro contro tutto ciò che aggredisce la dignità dell’essere umano.
É una specie di angelo o, se ateo, segue comunque  la dottrina del Vangelo, ama i bambini, dice addirittura che gli adulti hanno molto da imparare da essi, ama anche le persone che soffrono; si adopera per la comunità.
Per tutto questo, il buonista può esse ritenuto un idiota!!! Ciononostante, dimostra una sapienza e un’intelligenza addirittura superiore a tutti quelli che lo circondano, poiché egli ama riflettere e sa di essere ritenuto un idiota.

Il cinico contemporaneo

Il cinico della scuola filosofica greca fondata da Antistene e Diogene di Sinopenel IV secolo a.C.  professava una vita randagia e autonoma, indifferente ai bisogni e alle passioni, fedele solo al al rigore morale.
In ambito moderno e socio-psicologico è un atteggiamento o stato mentale caratterizzato da una sfiducia generale nelle motivazioni altrui, nella convinzione che gli esseri umani sono egoisti per natura: governati da emozioni e fortemente influenzati dagli stessi istinti primitivi che hanno aiutato l’umanità a sopravvivere nell’epoca preistorica. Questa visione della natura umana risale ad autori come Niccolò Machiavelli e Thomas Hobbes e presenta una forte caratteristica di misantropia e nichilismo, spesso temperata da sarcasmo, ironia, a volte umorismo nero. Il cinico può avere una generale mancanza di fede o di speranza nella specie umana o nelle persone le cui opinioni sono percepite dal cinico come vane, impossibili, o in ultima analisi prive di significato e pertanto meritevoli di ridicolo o di ammonimento. Il cinico moderno presenta, infine, una diffidenza verso l’etica sociale, soprattutto quando sono presenti grandi aspettative e finisce per presentarsi come portatore negativo di opportunismo e spregiudicatezza.

L’accidioso

L’accidioso dissipa la vita nell’immobilità dello spirito; si crogiola nella noia e nell’indifferenza; è triste, tetro; svogliatamente inerte o indolente.

I Malvagio

Il Malvagio è un individuo cattivo che compie atrocità senza valutare le conseguenze degli atti posti in essere; prova piacere nell’arrecare male agli altri; prova soddisfazione nel perseverare nel causare danni, tramite maldicenza; è sadico, disonesto, perfido, insensibile, farabutto.
Ecco alcune citazioni sulla malvagità. Marguerite Yourcenar: Alcuni, di fronte alla malvagità e alla cattiveria, si ritraggono non per viltà ma per ripugnanza a discutere con un insolente. Thomas Fuller: Chi risparmia il malvagio offende il giustoGiacomo Leopardi: L’uomo è quasi sempre tanto malvagio quanto gli bisogna. Se si conduce dirittamente, si può giudicare che la malvagità non gli è necessaria. Ho visto persone di costumi dolcissimi, innocentissimi, commettere azioni delle più atroci, per fuggire qualche danno grave, non evitabile in altra guisa.
Un proverbio italiano recita: “È più facile tirar fuori una lingua da un sasso, che una buona parola da un malvagio”.


Ho voluto evidenziare queste tipologie di caratteri umani molto diversi tra loro per porre l’accento su un aspetto inquietante dei tempi nostri che il mondo, e l’Italia stessa, stanno vivendo.


 

Considerazioni inquietanti

Si assiste a una trasformazione progressiva del cinico e dell’accidioso, nelle loro caratteristiche prevalenti, che lo portano a ingrossare le fila dei malvagi, con una frequenza impressionante.
Fino a qualche tempo fa il cinico, chiuso nel suo egoismo sfrenato, e l’accidioso, indolente e inerte, non si interessavano del buonista, al massimo lo deridevano o lo snobbavano, rispettivamente.
Oggi non più. Oggi si interessano al buonista e non si limitano a deriderlo o snobbarlo, no, lo aggrediscono, lo insultano, lo denigrano, lo ingiuriano, ne fanno oggetto di violenza privata morale e fisica; ne fanno anche oggetto di propaganda delittuosa: non accettano che possano esternare i loro sentimenti; vorrebbero espellerli dalla comunità. Se intravedono un pericolo da parte di qualcuno o qualcosa, assimilano, a quel qualcosa o qualcuno, anche la figura del buonista  e finiscono per isolarlo, danneggiandolo nello spirito e nel corpo.

Enzo C. Delli Quadri