Lasciamo perdere il 2,4%sceso claunescamente a 2,04%; lasciamo perdere pure la scena orribile di un parlamento esautorato costretto a votare senza che la legge di bilancio 2019, cambiata decine di volte, non sia stata letta da alcun parlamentare pagato profumatamente per fare questo; lasciamo perdere la faciloneria, l’arroganza e l’incompetenza dimostrata in questi mesi; lasciamo perdere tutto questo è veniamo al merito della manovra per la quale Salvini e Di Maio ipocritamente festeggiano
I conti non tornano
Reddito di cittadinanza. Stando alle promesse fatte e al contratto giallo verde, la spesa per questa operazione, assumendo che il precettore con una casa di proprietà riceva un reddito ridotto, avrebbe dovuto essere pari a minimo 15 mdi di euro all’anno, altrimenti la spesa avrebbe potuto essere di 30 mdi. Dalla lettura delle norme inserite in manovra si legge uno stanziamento di 6 mdi per il 2019 e 7 per il 2020. Si è passati da una previsione minima di 15 mdi a una di 6. Qualcuno vuole spiegare agli elettori cosa è successo oppure cercheranno di intortarli come si fa con il gioco delle tre carte?
Clausole di salvaguardia. Per ottenere il consenso, dalla Commissione Europea, a indebitare l’Italia per poter mantenere (si fa per dire) le promesse elettorali, i gialloverdi hanno accettato di firmare una bella e grande ipoteca: se i conti dovessero saltare, com’è facile che sia, l’IVA del 2019 e del 2020 aumenterà per 23 miliardi e 29 miliardi, rispettivamente, per un totale di 52 miliardi. Anche i governi precedenti hanno firmato ipoteche del genere ma dell’ordine dei 10 miliardi e non 52. i giallo-verdi hanno sottoscritto questa enormità convinti che l’anno prossimo cambierà il governo europeo e potrà essere ridiscusso tutto. Un vero e proprio azzardo sulla pelle degli italiani. Fumo negli occhi degli elettori.
La riforma Fornero. I soldi stanziati non soddisfano le promesse, per cui si stanno inventando paletti, finestre e finestrini. Inoltre, pochi ricordano che la cosa più odiosa imposta dal Governo Monti, di cui la Fornero faceva parte, fu il blocco delle rivalutazioni delle pensioni. Ebbene, il governo giallo-verde lo ripropone senza che il popolo grillino e quello leghista se ne rendano conto o, se se ne rendono conto, fanno spallucce come se non li riguardasse. Forza della immaginazione.
Accise sulla benzina da eliminare al primo consiglio dei ministri? Il Parlamento centrale per ogni decisione? Sprechi da eliminare subito per 30 miliardi? Ilva, TIP, TAP, TAV?…..meritano altro scritto.
Comunque come afferma Antonio Di Majo, emerito professore di Scienze delle Finanze, l’aspetto più preoccupante dal punto di vista macroeconomico è il probabile andamento degli investimenti pubblici ma anche privati; anche l’eventuale stimolo della domanda di consumi proveniente dal probabile(?) reddito di cittadinanza, se sarà diretto in gran misura verso beni prodotti all’estero, non avrà nessun effetto moltiplicativo. In particolare non accrescendo il fatturato di imprese che “producono” in Italia, non metterà in moto l’accelerazione (quando si studiava la macroeconomia si sapeva cos’è l’acceleratore) degli investimenti delle imprese. La probabilità di un flop è quindi concreta!
Enzo C. Delli Quadri