La trattativa per cedere l’Alitalia all’air France era a buon punto. Ora, dopo le cannonate di Di Maio contro i francesi?
Conosciamo tutti quel che lo stato (cioè noi) ha speso per mantenere in vita, a furia di flebo, la Compagnia di volo Alitalia. Ciononostante, essa è sempre sull’orlo del fallimento totale.
Winston Churchill direbbe: “È un rebus avvolto in un mistero all’interno di un enigma”. Gli ultimi dati di bilancio risalgono al 2015 e a un anno dal Commissariamento non esistono dati trasparenti su cui decidere. Forse non li conoscono neanche i Commissari preposti. Il Governo del cambiamento ha così deciso per una rapida cessione della Compagnia di bandiera italiana.
E che succede?
Succede che si avvia una trattativa con la compagnia francese Air France-Klm. Tutto sembra procedere per il meglio ma sul più bello, entrano in cristalleria gli elefanti Salvini e Di Maio che prendono a bombardare il Presidente della Repubblica Francese a botte di balle astrali sul franco africano che sarebbe stampato in Francia e manovrato dai francesi (se questi due signori studiassero le carte scoprirebbero che il franco africano viene stampato in Africa; che dei 14 paesi dell’area CFA – franco africano – 6 se la cavicchiano e 8 viaggiano a ritmi di sviluppo del 6%, cose che noi possiamo solo sognare e che, infine, da quei paesi poche anime si avventurano per arrivare in Europa).
Risultato?
La trattativa, salvo miracoli di Mattarella, salterà e noi continueremo a sborsare soldi per mantenere una compagnia decotta.
Enzo C. Delli Quadri