Di Maio, Salvini e Conte, piuttosto che prendersela con i governi precedenti, sbagliando, farebbero bene a prendere atto che la realtà sta andando da un’altra parte rispetto ai loro desideri e alla loro propaganda.

Onestà, onestà, onestà s’è persa. Forse non s’è persa quella legata a corruttele, forse. Di certo s’è persa quella intellettuale  che è di gran lunga più pericolosa dell’altra. Ieri sera Di Maio ha sentenziato: “i governi precedenti al nostro hanno mentito, non siamo usciti dalla crisi.” Disonesto, intellettualmente, perché dalla crisi eravamo usciti.

Un punto alle sue chiacchiere da salotto e da social bisogna pur metterlo. Non è giusto e non è possibile continuare a dar credito a fantasiose opinioni buone solo per i gonzi. Per farlo, basta guardare i dati, i cosiddetti numeri freddi, quelli che le opinioni se ne fanno un baffo. E allora, un minimo di attenzione e il velo delle ipocrisie è squarciato.

pilitalianodal2011al2018Il grafico della foto mostra una chiara fotografia della ricchezza prodotta dall’Italia,  in più o in meno, dal 2011 al 2018. Si noterà, per chi non abbia gli occhi foderati di propaganda o prosciutto, che essa nel primo quadrimestre del 2012 era pari -0,9%, ripetutosi nel secondo quadrimestre per poi portarsi a -0,5% nel terzo e quarto quadrimestre per un totale di -2,8%. Chiaro? Ora guardate gli anni 2013 e 2014, quelli del Governo Letta e l’inizio del Governo Renzi. Solo un cieco non vede che sono stati gli anni di transizione da una situazione disastrosa a una di transizione; con il Governo Renzi, dal primo quadrimestre del 2015 e fino al  31 dic 2016, la ricchezza è passata dal segno negativo a quello positivo (piu dell’1%), crescita mantenuta dal governo Gentiloni fino al primo quadrimestre del 2018.

Poi è arrivato il signor Di Maio e, con lui, il signor Salvini, i quali, per prima cosa, hanno preso a litigare con tutti: Europa, Germania, Francia, Stampa, Mercati, e chiunque si parasse davanti alla forza dei loro numeri in parlamento, financo contro il nostro presidente della Repubblica da sottoporre a processo per attentato alla Costituzione, proprio loro che la stanno calpestando ogni giorno. La reazione dei mercati finanziari esteri è stata immediata e il famoso spread è schizzato a oltre 300. Poi ancora giravolte, oggi si, domani no…… e il paese è andato impoverendosi fino alla certificazione dell’ISTAT della recessione per i dati negativi del terzo e quarto trimestre del 2018.

Peraltro, solo qualche settimana fa Di Maio parlava di boom economico e il presidente del Consiglio parlava di un tasso di crescita atteso nel 2019 di un punto e mezzo. Allora? Una settimana fa era tutto ok, ora sarebbe colpa dei governi precedenti. Eh, no! Il rallentamento è troppo evidente e le frasi: “tranquilli con quota 100 e reddito di cittadinanza l’Italia riprenderà a crescere”, vanno bene a chi non capisce niente di economia ma non vanno bene agli investitori e agli organismi internazionali i quali, derisi da Salvini, hanno già dimostrato che avevano ragione a parlare di rallentamento e hanno evidentemente ragione a prevedere, tutti, nessuno escluso, che nel 2019 la ricchezza italiana non aumenterà di alcunché.

Di Maio, Salvini e Conte farebbero bene a prendere atto subito, con una certa sorpresa, che la realtà sta andando da un’altra parte rispetto ai loro desideri e alla loro propaganda.

debitopubblicoitalianodal2010al2018Altri dati ufficiali, poi, dimostrano come il debito pubblico italiano tenuto fermo, dai governi precedenti, in termini relativi rispetto al PIL, sta per riesplodere, contro tutte le buone previsioni del Governo giallo-verde. Il tutto a danno delle nuove generazioni cui si fa pagare questa scriteriata politica economica e di chiusura al mondo.

Enzo C. Delli Quadri