Torna con un libro in giro per l’Italia, alla ricerca di un’Altra Strada.

In un sms, fatto girare tra i suoi amici,  Renzi ha scritto:  <Dieci anni fa, le primarie di Firenze segnarono l’inizio di una storia incredibile. È stata una storia ricca di successi e di cadute, ma una storia bellissima. Esattamente dieci anni dopo, ci ritroviamo nella Sala Rossa del Palazzo dei Congressi. Per un inizio nuovo, per un “Un’altra strada”>.

Un’altra strada” è il titolo del suo libro che sarà presentato in tutta Italia, in un tour che toccherà sia le grandi che le piccolissime città (basta prenotarsi) e che, per molti, rappresenta l’inizio della separazione di Renzi dal PD, rispetto al quale si sentirebbe altra cosa, anche se l’intento sarebbe quello di dichiararsi altro rispetto al populismo di Salvini e Di Maio.

Le reazioni dei dirigenti del PD,  che si stanno misurando alle primarie, non sono molto lusinghiere perché vedono, nell’iniziativa di Renzi, una disincentivazione alla partecipazione alle primarie, un indebolimento del partito.  E parlano, apertamente, di un’avventura velleitaria che dividerebbe la sinistra e, dunque, favorirebbe gli avversari.

Viceversa, l’iniziativa di Renzi sta dando speranza a coloro che vedono il PD come un partito senza una chiara visione del futuro, divisa tra il “burocratismo” di Zingaretti che tanto piace ai nostalgici del comunismo novecentesco della famosa ditta di Bersani e D’Alema, “l’anima fantasma” di Martina senza capo e coda e il “gioco a perdere” di Giachetti.