Atlantia potrebbe salvare l’Alitalia ma gli schiaffi presi dai 5S, dopo il caso Morandi, fanno ancora molto male.
Atlantia, 31.000 dipendenti e 11 miliardi di fatturato, è leader globale nel settore delle infrastrutture di trasporto autostradali ed aeroportuali con una presenza articolata in 23 paesi. Il gruppo gestisce 14.000 chilometri di autostrade a pedaggio, gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino in Italia e i tre aeroporti di Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint Tropez in Francia con oltre 60 milioni di passeggeri l’anno.
L’anno scorso, Atlantia è stata travolta dalla tragedia del crollo del ponte Morandi di Genova con conseguente forte conflitto tra la sua proprietà che risale ai Benetton e il Governo Italiano, con in testa il ministro Toninelli e, a seguire, tutto il M5S. Si è parlato e si parla ancora di togliere ad Atlantia, attraverso la Società Autostrade SpA, la concessione per le autostrade che attraversano tutta l’Italia. Atto legittimo del Governo. Si dà il caso, però che, oggi, il Governo ha bisogno di Atlantia. Il motivo è la situazione prefallimentare di Alitalia. Di Maio si trova alle strette: da una parte, non può accettare che Alitalia fallisca (sarebbe un colpo durissimo per il Governo e per il M5S); dall’altra, non può smentire la politica finora adottata di forte contrapposizione ad Atlantia fino all’ipotesi di cancellare, come detto, le concessioni autostradali.
Purtroppo, per Di Maio, c’è una lettera delle FF.SS con la quale si fa capire che la situazione è molto critica e tale da richiedere altro tempo, dopo ben due anni di commissariamento, per completare la cordata che dovrebbe salvare l’Alitalia. Ad oggi le FF.SS non intendono investire più del 30% del necessario (300 milioni euro); Delta Airlines non vuole andare oltre il 15%; per ragioni che hanno a che fare con il rischio di aiuti di Stato, anche il Tesoro non intende andare oltre il 15%. Manca il 40%. L’unica società che potrebbe affrontare questo impegno finanziario è Atlantia. E qui casca l’asino, perché l’amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci, ha ufficializzato la posizione attuale: “Adr (Aeroporti di Roma che gestisce Fiumicino e Ciampino ed è di proprietà al 99% di Atlantia)ha un appeal a livello globale talmente elevato che il suo futuro non è determinato dalle vicende di Alitalia”. Insomma, Atlantia, molto probabilmente per come è stata trattata nel caso Morandi, sa di avere il coltello dalla parte del manico e, come tutti gli imprenditori, lo usa in tutti i modi. Chi invece si trova nelle secche è Di Maio. Eviterà, rinvierà, indulgerà, traccheggerà, temporeggerà ma, come nel caso ILVA di Taranto, alla fine dovrà trovare un compromesso. Facile protestare, più complicato governare.