L’Italia, chiamata a non indebitarsi troppo, mena il can per l’aia
Che si tratti del gioco del tressette (bussare a denari e rispondere a coppe) o di noti proverbi (menar il can per l’aia), il concetto è sempre lo stesso:
nel peggiore dei casi, i governanti italiani rispondono o agiscono a sproposito, come ha fatto Salvini durante la sua visita negli USA, sfidando l’Europa con parole ruvide, manco l’Italia fosse l’America che può tranquillamente fare a meno del mondo intero, avendo un mercato interno e risorse proprie da consentire il massimo dell’autonomia rispetto a tutti, cosa del tutto inesistente per l’Italia – “abbasseremo le tasse con le buone o …con le buone, checché ne dica l’Europa, abbasseremo le tasse, l’Europa se ne faccia una ragione”-
nel migliore dei casi, i governanti italiani continuano a parlare di un argomento senza mai arrivare al dunque, oppure cercano di cambiare discorso per evitare di entrare nel merito, come ha fatto il nostro presidente Conte in una sua dichiarazione di ieri sera riguardante la risposta dell’Italia a Bruxelles, che dovrebbe fare seguito a quanto rimarcato dall’Unione europea in varie sedi, cioè che una procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo del debito a carico del nostro Paese è giustificata. “In realtà, questa è una lettera che conterrà un messaggio politico per l’avvio della nuova legislatura europea. Che arrivi un giorno prima o un giorno dopo non cambia molto. Posso però anticipare la sostanza di questo messaggio, ossia che il primato della finanza non offre chances di crescita all’Europa nel segno dello sviluppo sociale di equità e solidarietà. Dobbiamo smettere di attribuire un primato non solo all’economia quanto alla finanza, questo è un po’ questo il cuore del messaggio.- L’Europa chiede all’Italia di non indebitarsi molto e di utilizzare i patrimoni degli italiani per ridurre i suoi disavanzi di bilancio, senza gravare sulle generazioni future; Conte risponde con rinvii a non si sa cosa.