“Salvini-Di Maio”: Game Over – Go Home.

Oramai anche le pietre han capito che Di Maio è mosso solo da ambizione personale, altro che interesse dei cittadini. Questo il suo ultimatum: o cade il veto sulla mia poltrona da vicepremier a Palazzo Chigi o salta tutto.

Per fortuna dell’Italia girano ancora per l’Italia personaggi anche controversi, a volte antipatici, a volte contraddittori che, arrivati a un certo punto dicono: basta, siamo esausti, il popolo italiano è esausto. Si chiamano Conte, Mattarella, Grillo, Renzi, Fico, e altri eminenti personaggi.

Dopo che l’altro ieri sera Luigi Di Maio aveva posto l’aut aut per la poltrona di vicepremier,  ieri mattina Giuseppe Conte è salito al Quirinale. Le agenzia di stampa sono impazzite: Conte vorrebbe sciogliere negativamente la riserva e tornare a fare il professore perché non intende procedere su questo percorso ad 8 volante. Immediata è stata la reazione della Borsa che da terreno positivo è precipitata subito in terreno negativo, seguita dallo spread che ha ripreso a salire dopo giornate di riduzioni. Passa poco più di un’ora e la notizia viene smentita ma mai il M5S ha passato un’ora così drammatica. Giuseppe Conte aveva fatto recuperare, in pochi giorni, ben 7 punti al Movimento portandolo dal 17 al 24%. Una sua rinuncia lo avrebbe portato all’inferno.

In quell’ora di colloquio emerge il ruolo importante di Sergio Mattarella, di garante della Costituzione ma anche di fine politico. Mattarella ha ricordato al presidente incaricato che sta nascendo un  Governo indicato dai partiti, quindi un governo politico non legato a contratto o contrattino da fruttivendoli. Sono i partiti che devono appianare eventuali conflitti e lui, Conte, deve fare sintesi, assumendosi ogni responsabilità sul caso Di Maio, mettendolo a cuccia, se necessario.

In serata, poi arriva Beppe Grillo con le sue bordate stratosferiche. Questa volta non ha la forza di mandare aff….. il mondo intero. Questa volta solleva le chiappe dei giovani con parole sferzanti. Si rivolge ai giovani del PD ma il bersaglio è chiaramente Di Maio, colui che prima aveva posto come irrinunciabili 10 punti, poi ne pone venti, sempre in cerca di uno spunto per mandare a monte tutto e tornare nel lettone di Salvini: “Sono esausto, abbiamo un’occasione unica, non si riproporrà più così, cerchiamo di compattare i pensieri, di sognare a 10 anni. La tecnologia ci consente di sognare, co consente di fare delle cose ingrande, basta applicarsi. Questa pena che vedo, questa mancanza di ironia, dovete sedervi a un tavolo e essere euforici perché appartenete a questo momento straordinario di cambiamento. Abbiamo da progettare il mondo, invece ci abbruttiamo….. e le scalette, e il posto lo do a chi, e i dieci punti, i venti punti, basta! Sono esausto”. Il Movimento è avvisato, Di Maio è avvisato. Non possono pensare di restarsene in cucina a litigar sul seggiolino più alto. Devono diventare grandi e pensare in grande. Intanto devono prendere atto che Giuseppe Conte è diventato l’elevato e che la trattativa con i dem deve essere chiusa al più presto. Lui, Di Maio, non può continuare a dire: “Non possiamo cedere sul vicepremier, umiliare me significa umiliare l’intero Movimento”anche perché il 90% dei gruppi parlamentari ha colto che la sua è diventata una battaglia del tutto personale che nulla ha a che vedere con le sorti del M5S oggi nelle salde mani di Giuseppe Conte.

Ma c’è anche Matteo Renzi. Ha tolto ogni possibile sponda a Salvini e allo stesso Di Maio. I suoi votano compatti con il segretario Zingaretti e, per la prima volta, dopo anni, è il PD che si mostra compatto contro le pretese di Di Maio.

E c’è Robero Fico.  Ha finalmente schierato i suoi. Sa che è rimasto aperto un canale con i salviniani, sa che viene ipotizzata una strategia comune disegnata da Stefano Buffagni e Giancarlo Giorgetti in caso di voto anticipato: Lega e M5S correrebbero da soli, ciascun per sé, per poi tornare insieme a palazzo Chigi. La prima, orfana contenta di Berlusconi, il Movimento libero dei lacciuoli del PD. Fico non intende partecipare a questa scelta destrorsa del Movimento ed è pronto a fare le barricate. Ma, dopo l’accerchiamento a tenaglia su Di Maio operato da Mattarella, Conte, Grillo e Renzi, non ce ne sarà bisogno.

“Salvini-Di Maio”: Game Over – Go Home.