“Voglio passare i prossimi mesi a combattere contro Salvini“, dice a Repubblica. E spiega le ragioni di una scelta destinata a cambiare tutto.
- Per prima cosa, puntualizza la sua scelta di superare di netto il suo #senza di me e promuovere un governo temporaneo con i 5 stelle: “Il leader della Lega usava il Viminale per educare all’odio. Quando, in evidente stato di sovraeccitazione, chiede pieni poteri, può accadere qualsiasi cosa: l’uscita dall’euro, la nomina dei suoi amici che chiedono tangenti ai russi alla guida di Eni. La recessione che avrebbe seguito la campagna di promesse e fake news non avrebbe solo fatto aumentare Iva e spread: avrebbe messo in ginocchio le imprese”.
- D’altra parte “A me l’alleanza strategica con Di Maio non convince. Non ho fatto tutto questo lavoro per morire socio di Rousseau. Per me la politica è un’altra cosa rispetto all’algoritmo di Casaleggio. Ma non voglio disturbare il Pd. Mai nemici del PD“, giura Matteo Renzi e non ascolta gli appelli di Zingaretti o Franceschini e Orlando. Non crede a un’unità che considera solo di facciata. E continua: “Zingaretti non avrà più l’alibi di dire che non controlla i gruppi pd perché saranno “derenzizzati”. E per il governo probabilmente si allargherà la base del consenso parlamentare, l’ho detto anche a Conte. Dunque l’operazione è un bene per tutti, come osservato da Goffredo Bettini. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Il ragionamento è più ampio e sarà nel Paese, non solo nei palazzi”
- All’accusa di spaccare un partito, Renzi reagisce: “È il contrario. Abbiamo fatto un capolavoro tattico mettendo in minoranza Salvini con gli strumenti della democrazia parlamentare. Ma il populismo cattivo che esprime non è battuto e va sconfitto nella società. E credo che le liturgie di un Pd organizzato scientificamente in correnti e impegnato in una faticosa e autoreferenziale ricerca dell’unità come bene supremo non funzionino più”. D’altra parte, insiste Renzi: “Sono cinque anni che mi dite che rovino il Pd. Basta con questa tiritera sul passato. C’è un futuro ricco di difficoltà, ma bellissimo, là fuori. Lo andiamo a prendere? Lo costruiamo? O ci limitiamo ad aspettarlo rinchiusi nelle nostre correntine? Diciamo la verità: c’è una corrente culturale nella sinistra italiana per la quale io sono l’intruso”. E, a Enrico Letta che lo accusa con parole velenose: “Non posso credere che Renzi vada via perché non c’è un sottosegretario di Pontassieve“, Renzi risponde: “Non commento una simile idiozia”.
- Il Pd nasce come grande intuizione di un partito all’americana capace di riconoscersi in un leader carismatico e fondato sulle primarie. Chi ha tentato di interpretare questo ruolo è stato sconfitto dal fuoco amico. Oggi il Pd è un insieme di correnti che esprime concetti del tutto opposti alle idee conclamate nel periodo di presidenza di Renzi che osserva: ” Il primo gesto del nuovo Pd è stato mettere alle riforme un deputato che ha votato No al referendum e al lavoro un dirigente contrario al Jobs Act. Ma non è questo che mi fa uscire. Mi fa uscire la mancanza di una visione sul futuro”.
- All’accusa di aver spostato il PD a destra, determinando la scissione di Bersani e D’Alema, Renzi, piccato, risponde: “Ho portato il Pd al massimo mai raggiunto: 41%. Ho garantito anni di governo che hanno portato le unioni civili, il dopo di noi, le leggi sul sociale e sulla cooperazione internazionale. Abbiamo fatto un incredibile piano per le aziende. Finalmente si è iniziato una lotta all’evasione fiscale seria. Il Pil era negativo e lo abbiamo portato in terreno positivo. Chi guadagna poco ha almeno gli 80 euro, su cui tutti fanno ironie ma che nessuno tocca. Quando sono arrivato c’erano 20 milioni di euro sulla povertà, quando sono andato via 2,7 miliardi, e altri 2 sulle periferie. C’è più sinistra in questo elenco che in anni di rivendicazioni e convegni dei signori della ditta che mi hanno sempre trattato come un estraneo, come un abusivo, anche quando ho vinto le primarie. Ancora oggi c’è una corrente culturale che paragona i due Matteo mettendoli sullo stesso piano. È il riflesso condizionato di quella sinistra che si autoproclama tale e che non accetta di essere guidata da uno che non provenga dalla Ditta. Del resto il contrappasso è semplice: io esco, nei prossimi mesi rientrano D’Alema, Bersani e Speranza. Va via un ex premier, ne torna un altro. Tutto si tiene”.
- A Franceschini che gli scritto un sms per comunicargli che una volta uscito dal PD non avrebbe più avuto seguito, Renzi risponde: Voglio passare i prossimi mesi a combattere il salvinismo nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche. Faremo comitati ovunque. Non posso farlo se tutte le mattine devo difendermi da chi mi aggredisce in casa mia”.
- Cosi Renzi conclude la sua intervista: Mentre noi litighiamo sul nulla, sta cambiando il mondo. L’intelligenza artificiale rivoluziona le aziende, la quotidianità, la vita nelle città: il populismo non conosce l’intelligenza artificiale, il populismo è stupidita naturale. Noi possiamo fare dell’Italia un laboratorio di innovazione spaventoso, mantenendo i valori di umanità e di umanesimo che abbiamo nel dna.
In settimana saranno costituiti i nuovi gruppi parlamentari: 20 deputati e 10 senatori con La Bellanova capo-delegazione al Governo, Marattin capogruppo alla Camera dei Deputati.