Non ce la fa Prodi a predicare dal pulpito, il che sarebbe lecito se indossasse la tonaca e non la tuta da ginnastica con cui tutte le mattine percorre diversi km.
Una predica, da spretato, suona falsa, ipocrita, fraudolenta, bugiarda e ingannatrice.
La prima cosa che biascica davanti ai microfoni di una giornalista della repubblica è: “Che tragedia, i partiti di un uomo solo“. Lo fa dall’alto della sua rovinosa esperienza di uomo senza leadership, impegnato a mettere insieme i cavoli e le pere in una “Unione” che vide solo conflitti, contese, scontri, dibattiti surreali tra i vari Mastella e i vari Turigliatto.
E lo fa, fantastico, con toni molto duri contro Matteo Renzi e non contro D’Alema che gli impedì di salire al Colle con la famosa ribellione dei 101 che, contrariamente alle indicazioni del Partito Democratico, votarono contro di lui. “Sono sempre stato l’uomo dell’unità (ma de che?!?) e la risposta, nel mio caso, è scontata. Sono contro ogni divisione”. E continua: “”La sua uscita era assolutamente prevedibile. Ma ugualmente inspiegabile nei tempi. Non si può operare per costruire un governo e immediatamente mettere un’ipoteca sullo stesso governo“. Perché di grazia? Forse perché lo spretato non è stato coinvolto, forse perché in questo modo diventa impossibile per lui candidarsi nuovamente alla Presidenza della Repubblica? O, più semplicemente perché è l’invidia fatta persona? Forse l’ultima che ho detto, avendolo conosciuto quando lavoravo all’IRI e lui ne era Presidente.
Rasenta, poi, lui stesso il ridicolo quando afferma: Oggi i personalismi sono ancora più esasperati fino a rischiare il ridicolo” perché, secondo lui: “Dicono che non esiste più differenza tra destra e sinistra. Ed è vero che non c’è più la sinistra tradizionale, ma rimane il grande problema della distribuzione della ricchezza e delle disuguaglianze, che è eterno. Perciò lo si chiami come si vuole, ma il problema delle differenze esiste ancora”. Questa potrebbe essere una opinione condivisibile se non fosse che ricalca interamente il pensiero novecentesco in cui Prodi lo spretato è immerso fino ai capelli, dimostrando di ignorare che il problema non sta più nella divisione tra conservatori capitalisti e progressisti ugualitari. Se si fosse evoluto, avrebbe capito che oggi il problema sta nella divisione tra conservatori di destra e di sinistra che negano la globalizzazione (porti chiusi, prima gli italiani) o creano fittizie campane di vetro contro lo stesso globalismo (reddito di cittadinanza, salario minimo, ecc..) e illuminati che accettano di vivere nel mondo che si sta evolvendo e intende accompagnare il cittadino in questa evoluzione, evitando di rinchiuderlo in gabbie etiche, morali ed economiche per condurlo verso l’obiettivo strategico “gli italiani primi in Europa e nel Mondo”.
Purtroppo, vicino a opinioni che potrebbero esse condivisibili se non fossero tardo-novecentesche, lo spretato aggiunge anche opinioni fuori luogo, offensive della sua stessa intelligenza, quando afferma, a proposito del nome ItaliaViva: “Bellissimo nome. Un mio amico lo propose per uno yogurt forse per via dei fermenti vivi. Il problema è che lo yogurt ha una scadenza ravvicinata e questo per un partito può essere un problema”. Il tapino non ha capito che Renzi lo yoghurt se lo mangia molto prima che vada a scadenza e lui, lo spretato, non lo sa e non lo capisce.