La frase più emblematica l’ha detta Giuseppe Conte a New York, a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu, dopo aver saputo dell’accordo raggiunto a Malta Tra Malta stessa, Italia, Finlandia, Francia e Germania: “C’è grande disponibilità da parte di partner europei. Ma anche in passato, in casi emergenziali, Francia e Germania ci hanno risolto problemi partecipando alla redistribuzione. Ora quello che c’è di nuovo è la disponibilità a valutare un meccanismo solidaristico che ci sollevi dai fine settimana passati al telefono”. Infatti, fino a un mese fa, si urlava: porti chiusi, nessuno entra, i confini della Patria sono sacri, devono passare sul mio cadavere, salvo constatare, dopo, che i porti non sono e non possono essere chiusi, i trattati internazionali vanno rispettati, pena l’espulsione dal consesso internazionale. A questo aggiungasi che Salvini e Meloni sceneggiavano le disavventure dei malcapitati tenendoli sotto il solo anche per decine di giorni, salvo, poi, dover cedere alla ragionevolezza. A parte, poi, i barchini che trasportavano migliaia di immigrati, all’insaputa volontaria del Ministero degli Interni. Perché, questa è la storia: le barche bloccate da Salvini sono state una minima parte di tutti gli sbarchi avvenuti senza clamore.
Comunque, oggi la sceneggiata è finita: è stato trovato un accordo sui migranti al summit della Valletta tra Italia, Francia, Germania, Malta e Finlandia. In proposito, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese al termine dei lavori ha spiegato che “entro quattro settimane” i migranti richiedenti asilo vengano ricollocati in altri Paesi che si faranno carico delle procedure di verifica dei requisiti e degli eventuali rimpatri. Un risultato soddisfacente per l’Italia, dal momento in cui le verifiche sullo status dei richiedenti asilo (e dunque la distinzione tra rifugiati e migranti economici) saranno a carico dei Paesi in cui i migranti verranno ricollocati.”
Si è accodato il commissario europeo agli Affari interni Dimitris Avramopoulos: “Accolgo con favore l’esito positivo sui meccanismi temporanei a seguito degli sbarchi. Conto che altri Stati membri si uniscano quando discuteranno di questo al Consiglio Giustizia e Affari interni l′8 ottobre. I progressi sono possibili se c’è volontà politica”,
Secondo Horst Seehofer, ministro dell’Interno tedesco: “il meccanismo di emergenza trovato oggi a Malta, aprirà la strada alla revisione della politica comune europea d’asilo” (ovvero del regolamento di Dublino) “oggi sono stati identificati alcuni regolamenti che aiutano Italia e Malta con procedure chiare e prevedibili per la riduzione dei rifugiati. Sono ottimista che in un breve futuro riusciremo a fare una politica comune europea”.