nella foto: 1. Donal Trump; 2. L’attivista curda per i diritti delle donne Hevrin Khalaf trucidata da miliziani filo-turchi; 3. curdi traditi dagli Americani
Come sono lontani i tempi in cui gli USA, con mazze e panelle, botte e carezze, riusciva a dominare il mondo. Aveva una sua strategia militare, economica, finanziaria e culturale. Oggi, con Trump, gli USA sono regrediti a Stato azzeccagarbugli che al massimo può erigere muri per rinchiudercisi dentro in un isolamento che prelude alla decadenza. Un po’ come successe all’impero romano.
I fatti che dimostrano tutto questo sono sotto gli occhi di tutti.
Pochi giorni fa, con scuse ridicole e poco lungimiranti, Trump ha comunicato al mondo che “non ha senso lasciare un po’ di militari americani al confine tra Turchia e Siria del Nord”. Quella zona è abitata dai curdi che, in alleanza con gli USA, hanno combattuto duramente per sconfiggere l’ISIS, lo stato islamico nascente. Moltissimi prigionieri di quello stato sono (ancora per quando) nelle carceri dei curdi. Questo gesto del Presidente Americano è stato interpretato dalla Turchia di Erdogan come un avallo all’operazione di attacco ai curdi e conquista della striscia nord della Siria da parte della Turchia stessa. Conseguentemente ci ritroviamo nella situazione paradossale in cui un membro della Nato, qual è la Turchia, si oppone ai piani della Nato stessa in linea anche con la sua posizione di rispetto e ossequio nei confronti della Russia di Putin. Succede così, come rivela all’Huffington Post il nostro generale Angioni esperto di Medio oriente: “La triste verità è che la Turchia si è rivoltata contro gli altri Paesi dell’alleanza di cui, formalmente, continua a far parte: la Nato. E questa rottura di fatto può avere conseguenze nefaste oltre il fronte siriano”. Il rischio è che l’operazione militare scatenata da Erdogan contro le milizie curde si trasformi in una guerra tra Stati, con tutto ciò che ne comporterebbe sul piano militare e anche geopolitico. D’altra parte, era inevitabile che Bashar al-Assad entrasse in azione. Il presidente siriano cerca la migliore via di scampo per la sua situazione che resta precaria. E quindi si rifugia nell’abbraccio russo, trovando in Putin un sostenitore completamente disponibile, e da ciò ne scaturisce una ‘terribile tragedia’ nell’ambito della Nato. Perché la Turchia, che resta almeno formalmente parte dell’Alleanza Atlantica, si è, anch’essa, rifugiata nell’abbraccio del capo del Cremlino. Di conseguenza la Russia, che dopo secoli di aspettative e grazie alla benevolenza di questi Stati mediorientali, è fermamente collocata nel Mediterraneo, coronando il sogno degli zar e dei loro successori.
La Russia si allarga e gli USA si restringono come una maglietta di lana lavata male. L’unica spiegazione è dubitare sulle facoltà ‘strategiche’, per usare un eufemismo, del presidente del Paese più importante della Nato.