Lasciamo le valutazioni, su chi è stato più bravo e convincente tra i due Matteo, a chi si occupa di calcio da bar, ai frequentatori di social dagli umori primitivi e cerchiamo di capire cosa è emerso dal confronto di ieri sera nel salotto di Bruno Vespa.
Si sono confrontate due visioni diametralmente opposte del Paese: la prima, quella di Salvini, tutta proiettata al presente; l’altra, quella di Renzi, proiettata al futuro. Già questo può giustificare la differenza dei consensi a favore dell’uno e dell’altro.
È a tutti noto che i bambini non votano; è a tutti noto che molta parte del voto femminile è ancora influenzato da situazioni ambientali dominate dal maschio; è a tutti noto che i bacini elettorali ben ponderosi e strutturati sono quelli composti da pensionati.
In questo contesto, Salvini ha gioco facile a massacrare la legge Fornero voluta dall’allora ministro per contemperare le esigenze dei pensionandi con coloro che non sono ancora nati o che sono al lavoro da poco tempo. Ha gioco facile a parlare di conquista sociale per 60enni che votano e vogliono godere anticipatamente della pensione, del tutto indifferenti al fatto che questo costa alla società decine di miliardi che potrebbero meglio essere utilizzati
Ha gioco difficile Renzi a contrastare la legge istitutiva della quota 100 perché scontenta la massa dei sindacati i cui iscritti sono in maggioranza pensionati o pensionandi. Ha gioco difficile a recuperare consenso brandendo la bandiera della difesa di giovani che non votano; ha gioco difficile ad affermare che piuttosto che spendere 20 miliardi per il mantenimento della quota 100, sarebbe giusto cancellarla e destinare tale somma per la costituzione dell’assegno unico di 240 euro per ciascun figlio fino al raggiungimento dei 18 anni, oppure per incentivare i giovani a restare in Italia, invece che scappare all’estero, oppure per incentivare le famiglia a fare più figli ed evitare che l’italiano sparisca dalla faccia della terra; cosa molto facile se per ogni 2 adulti nasce un solo bambino.
In tutto questo il M5S fa da semaforo giallo: è molto più votato dai giovani eppure è schierato a difesa delle pensioni precoci a «quota 100», ha privilegiato le fasce d’età medio-alta a spese dei suoi stessi elettori.
Salvini il presente. Renzi il futuro. Questa è la valutazione da fare. Salvini e l’Italia dei pensionati e della desertificazione demografica. Renzi e l’Italia dei giovani e dei nuovi nati. Tutto il resto è fuffa.