Non faremo mai cadere il governo, ma se non diamo una vera alternativa non abbiamo senso”  …… “Questo esecutivo è nato certo per fare la manovra e risparmiare agli italiani la tassa Salvini, i 23 miliardi di Iva. È nato anche per fermare l’avanzata della Lega. Ma per quanto mi riguarda aveva anche e direi soprattutto un altro scopo: costruire una vera e forte alternativa alla destra, fuori dal Palazzo. Altrimenti non ha senso”. È, questo, un proclama che Zingaretti, come un disco rotto, ci propina da due mesi. 

Zingaretti, al pari di Beppe Grillo, ha scommesso su un incontro, per gradi naturalmente, con i 5stelle. Un’intesa concreta capace di fare argine, nella società e nelle urne, ai sovranisti.  Peccato che Zingaretti e la sua ditta stiano, incoscientemente, minando alla base il Governo, ripetendo noiosamente alcune frasi senza uno straccio di autocritica sulle azioni messe in campo.

Qualcuno (Renzi) sta cercando, senza ultimatum alcuno, di fargli capire che le solite formule adottate dal PD, vecchia scuola, sono farraginose, stupide, inconsistenti, utili solo a fare incazzare la gente:

  • che bisogno c’è di fare incazzare il ceto medio delle partite IVA con applicazioni di regole portatrici solo di qualche euro per lo Stato?
  • che bisogno c’è di alluvionare il paese con tutta una serie di micro imposte o micro tasse anche di difficile applicazioni e riscossioni che, peraltro, portano in cassa solo pochi spiccioli che possono essere recuperati in altro modo, risparmiando, per esempio, sull’immenso costo dei servizi dello Stato lievitato oltremodo negli ultimi anni?
  • che bisogno c’è di bastonare le imprese nel momento in cui solo le imprese possono risollevare le sorti dell’Italia?
  • Che bisogno c’è di dare la percezione di voler istituire uno Stato di Polizia con manette e galera, così, di colpo, invece di procedere per gradi?

Succede così che Italia Viva, visto che non riesce a interloquire con Conte, il fenomeno, e con il PD, vecchi arnesi, per convincerli delle sue buone ragioni, si senta in dovere di presentare tutta una serie di emendamenti alla Manovra economica e finanziaria in discussione al Parlamento. Sono proposte semplici, chiare, trasparenti e servono ad evitare una normativa farraginosa, un ulteriore aggravio per molte categorie di lavoratori e imprese e, soprattutto, la percezione che lo Stato sappia gestire le questioni italiane solo aumentando le già tanto odiate tasse o imposte.

Gli emendamenti che saranno proposti, per migliorare o peggiorare la manovra, sono oltre 1.000, quasi tutta dell’opposizione, anche se Repubblica parla solo di quelli di Renzi, 58, non tanto per promuoverli, quanto per, odiosamente, condannarli. Infatti ne parla come emendamenti che rischiano di aprire pericolose crepe all’interno della maggioranza.

In effetti si tratta di emendamenti utili a rendere credibile il Governo, a renderlo meno odiato, a renderlo più accetto, in definitiva a salvarlo:

  • eliminazione della plastic tax, della sugar tax, della tassa sulle auto aziendali con riduzione corrispondente di Costi dello Stato già troppo lievitati ultimamente.
  • Norme a favore di ILVA e altre imprese in difficoltà.
  • Rinvio della misura sui seggiolini che tanto caos sta determinando nel paese.
  • Ammorbidimento delle manette agli evasori, cavallo di battaglia di Di Maio
  • Alleggerimento dei paletti imposti alle imprese appaltatrici, cavallo di battaglia di Leu.

In questo modo, Italia Viva opera perché le imprese e i lavoratori, in esse occupati, non vedano, in questo momento,  ridursi le loro capacità di stare sul mercato.

Viceversa, Zingaretti e i suoi, forti nel fare proclami e porre ultimatum, non vogliono comprendere che quello che doveva essere un anello di fidanzamento tra giallorossi e partito del Pil finisce per contare quasi zero. Se volevano distruggere il sistema industriale ci stanno riuscendo. Sono stati sprecati 20 miliardi con quota 100 e reddito di cittadinanza senza creare occupazione e senza andare incontro ai giovani. È un problema, quello di Zingaretti e Compagni, di una cultura della crescita che non hanno. Le misure che propongono non sono pensate né curate dal punto di vista tecnico e legislativo. Persino nell’opera di blocco degli aumenti dell’IVA, volevano una rimodulazione della stessa per cavare altri soldi dalle tasche degli italiani. E poi, è vero che c’è una sensibilità popolare salutista ma Zingaretti e Compagni l’hanno giocata contro le imprese. Ci voleva un piano a medio termine, hanno preferito esibire le imprese come capro espiatorio e tassarle d’emblée.

Se il Governo Conte non vuole andare a sbattere e frantumarsi contro scogli molto perigliosi e consegnare il Paese a una destra antisemita e razzista, farà bene ad accettare gli emendamenti di Italia Viva, senza se e senza ma, e smetterla con proclami da disco rotto.