Il Mes è il Meccanismo europeo di stabilità. L’uccellino fa parte di una una favola
Il Mes è il Meccanismo europeo di stabilità, detto anche Fondo salva-Stati. Nato nel luglio 2012, superando altri due fondi considerati insufficienti, è una sorta di paracadute europeo pronto a scattare in caso di crisi finanziaria di un Paese dell’Eurozona. Si va verso la sua revisione; la decisione finale è stata rinviata al prossimo eurosummit del 13 dicembre 2019.
In concreto, il Meccanismo Europeo di Stabilità serve a mettere in comune il denaro di tutti e a utilizzarlo nel caso in cui uno stato membro si trovi in difficoltà, visto che – condividendo la stessa moneta – le difficoltà di un paese possono avere conseguenze anche sugli altri.
Ha una dotazione di 80 miliardi di euro, pagati in maniera proporzionale all’importanza economica dei paesi dell’eurozona ma può raccogliere sui mercati finanziari fino a 700 miliardi di euro. Questi soldi poi possono essere prestati agli stati in difficoltà, per esempio per ricapitalizzare i loro sistemi bancari.
Per ricevere l’aiuto, uno stato deve accettare un piano di riforme la cui applicazione sarà sorvegliata dalla famosa “Troika”, il comitato costituito da Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Il piano di riforme di solito prevede misure molto impopolari, come taglio alla spesa pubblica, in particolare alle pensioni, privatizzazioni, liberalizzazioni e flessibilizzazione delle leggi sul lavoro, allo scopo di rendere nuovamente sostenibili i conti pubblici. Fino a oggi Grecia, Cipro, Portogallo e Irlanda hanno usufruito di programmi di aiuto del MES.
Il MES è stato apprezzato da molti, in quanto è il primo tentativo organico di dotare l’eurozona di un meccanismo per affrontare le crisi, e insieme alla BCE rappresenta un’istituzione che presta denaro a chi non riesce più a ricevere prestiti.
C’è chi lo critica da sinistra e attacca i programmi di riforme spesso draconiane che gli stati devono accettare pur di ricevere i fondi. C’è chi lo critica da destra e teme che meccanismi come il MES incentivino i paesi periferici a spendere più di quello che possono, sapendo che saranno salvati con i soldi di qualcun altro.
La riforma del MES discussa a partire dal 2018 è un tentativo di accontentare tutti, e in quanto tale è il frutto di un compromesso tra le parti: i paesi più indebitati, come l’Italia, hanno ottenuto che le linee di credito precauzionali erogate dal MES (in gergo PCCL e ECCL) venissero concesse anche senza bisogno di sottoscrivere un accordo dettagliato di riforme impopolari. Hanno anche ottenuto che venisse introdotto il “backstop”: il MES potrà finanziare il Fondo di risoluzione unico di aiuto al sistema bancario fino a 55 miliardi; con il che le banche – soprattutto quelle della periferia d’Europa ma non solo – diventeranno così più sicure. i paesi meno indebitati e rispettosi dei parametri di Maastricht (10 stati su 19 membri dell’eurozona), hanno ottenuto, da parte loro, di poter ottenere una linea di credito con una semplice lettera di intenti. Hanno anche ottenuto quello che non piace a molti di noi italiani: sarà più facile “ristrutturare” il debito pubblico di un paese che chiede aiuto al MES. Vale a dire che i privati, che hanno prestato soldi agli stati in crisi, potranno perdere una parte del loro investimento nel momento in cui scatterà un pacchetto di aiuti.
Siamo, quindi, in presenza di un TRATTATO INTERNAZIONALE con risvolti finanziari e bancari, un trattato tra 27 Stati con ricadute positive e negative. Ciascuno Stato lo approverà facendo una somma algebrica di esse.
Uno Stato serio, in tutte le sue articolazioni istituzionali, politiche, mediatiche, associative e sociali in genere, avrebbe dovuto entrare nel merito delle problematiche che il MES pone, partendo dal presupposto ineludibile che l’Italia ha un bisogno estremo di questo Meccanismo e che, per ottenerlo, deve trattare, mediare e giungere a una conclusione.
Invece, assistiamo a sceneggiate di pura propaganda nel pieno disprezzo di istituzioni e costituzione: non si entra nel merito della questione ma si maramaldeggia solo sul fatto che Conte avrebbe agito senza aver informato la sua maggioranza di allora, quella giallo-verde e senza aver coinvolto il Parlamento (Salvini: Conte, sei un traditore della Patria; Meloni: Conte, hai firmato un trattato con il sangue degli italiani per mantenere la poltrona; Di Maio: occorre rinviare tutto). Argomentazioni e accuse inconcludenti, assurde, illogiche, inconcepibili: la trattativa è stata condotta dagli uomini di Salvini e Di Maio, in piena scienza e coscienza. E il risultato, stando al parere di chi non è invischiato in schieramenti politici paramilitari, è considerato buono: un buon compromesso.
D’altra parte, noi Italiani, con il nostro modo di scaricare tutto sui giovani, aumentando il debito pubblico, non abbiamo alcun titolo per chiedere di più e meglio. Non possiamo pretendere che altri paghino i nostri vizi, il nostro debito e non abbiamo la forza per imporlo. Allora? Che facciamo? Usciamo dall’Europa? Non abbiamo materie prime. Siamo un paese da Mady in Italy con trasformazione di materie prime e creazione di nuovi prodotti. Da soli e senza alleanze, non andiamo da nessuna parte. Senza Europa dove pensiamo di andare? Chi ci fornirà le materie prime? Chi vorrà più avere a che fare con noi? Arabî? Non credo. Gran Bretagna? Lo escludo. USA, se ne strafotte di noi. La Cina? Forse. La Russia? Si, la Russia sarebbe felice di avere a che fare con noi. Ma noi saremmo lieti di essere una sua colonia?
Pertanto, evitiamo di fare queste sceneggiate ignobili; smettiamola di essere indisciplinati smettiamola di guardare solo al presente e al contingente e cominciamo ad agire da Paese serio. il MES presenta aspetti negativi? Guadiamo a quelli positivi ed evitiamo di far la fine dell’uccellino.
Un uccellino, nella neve abbondante, stremato dal freddo e sul punto di morire, incrocia una vacca che gli fa cadere addosso una voluminosa e vaporosa cacca. L’uccellino, un po’ stordito, risente subito del calore di quanto cadutogli addosso, riprende vita e, felice della nuova situazione, inizia a cinguettare. Da lontano, un lupo lo sente, lo avvicina e se lo mangia.
La storiella ha tre morali:
- Non sempre chi ti mette nella merda lo fa a fin di male
- Non sempre, chi ti ci toglie, lo fa a fin di bene
- In ogni caso, quando ti ci trovi, conviene dapprima restare quieti per sopravvivere e, solo quando si è al sicuro, riprendere a cinguettare.