Giuseppe Conte è uno di noi prestato alla politica; è uno di noi che, ingenuamente, crede che tutto sia possibile ragionando sulle questioni, studiando i fascicoli, soppesando quel che è buono e quel che è male, facendo una sintesi razionale.
Non sa, e lo studio non basta, che in Politica la razionalità è l’ultimo elemento che viene preso in considerazione. In Politica, tutto è evanescente, sfumato, impercettibile o diversamente percettibile, emotivo. In politica, una frase di tre parole può distruggere migliaia di pagine che spiegano un fenomeno. In politica vengono toccate le corde dei sentimenti reconditi a volte innominabili: invidia, appartenenze, odio, paure, identità, possesso, angosce, preoccupazioni.
In tutto questo, un Comico finisce per essere più credibile di uno scienziato; un opportunista finisce per occupare la scena ed apparire l’unica realtà accettabile; un cazzaro finisce per diventare l’oracolo del Paese.
E, così, fanno effetto frasi come: “prima gli italiani” “sono una donna, sono cattolica” “abbiamo visto come i super economisti hanno ridotto il paese” “lo studio non serve per gestire una Nazione” “il premier vende l’Italia per una poltrona”
E, così, siamo passati da Governi che, bene o male, sapevano come va gestito un Paese, sapevano cos’è il significato di futuro, sapevano cosa sono i conti dello stato; sapevano cosa significa sostenibilità del debito; sapevano come confrontarsi con il Mondo, a cazzari e opportunisti vari che hanno come unico riferimento il gioco delle tre carte: carta vince carta perde, non è di destra non è di sinistra, carta vince carta perde, non è di destra non è di sinistra, carta vince carta perde, dove alla fine a perdere è sempre il cittadino.
E, così, assistiamo a sceneggiate dove un cittadino bravo e preparato, com’è Giuseppe Conte, viene preso a sberle, in giustamente e inopinatamente, da un cazzaro e da un opportunista.
Il Cazzaro in arte Matteo Salvini, ha un solo pregio: parla come mangia, è diretto, usa frasi comprensibili. Peccato che ogni sua parola sia frutto di ignoranza e scarso senso dello Stato. Per chi ha una pur minima nozione di economia e di scienze delle finanze, salta subito all’occhio la sua scarsa propensione a studiare gli argomenti e a trattarli con la dovuta attenzione. Di conseguenza, i suoi diventano discorsi da bar con tutto il rispetto per gli avventori del bar. Succede così che, dopo aver invaso le piazze al grido: Conte è un traditore della Patria, di fronte a un Conte che sciorina dati e date a dimostrazione che lui e i suoi ministri erano a conoscenza di tutto, non sa fare altro che buttarla in casciara con argomentazioni degne di rin tin tin.
I giornali di ieri, poi, hanno avuto gioco facile a ricordare tutta una serie di cappellate del Capo Politico della Lega che ben giustificano il termine di Cazzaro: Salvini accusò Conte di conflitto d’interessi sul caso Fiber 4.0-Retelit, poi si scoprì che il premier s’era astenuto e aveva deciso tutto Salvini. O quando intimò al sottosegretario Spadafora di “rendere più veloci le adozioni”, poi Conte gli svelò che la delega sulle adozioni l’aveva il suo ministro Fontana. O quando accusò i giallo-rosa di aver bocciato un emendamento leghista al decreto Fiscale che prorogava le esenzioni dall’Imu agli immobili inagibili per il terremoto, poi si scoprì che era nel decreto Sisma appena approvato alla Camera. O quando strillò contro il Conte2 che imponeva ai sindaci di pignorare il conto in banca a chi “non riesce a pagare una multa”, poi si scoprì che era una balla. Dargli del cazzaro è semplice constatazione. Il popolo lo segue? Mal gliene coglie.
L’opportunista, in arte Luigi Di Maio, cavalca il momento senza alcun rispetto per il passato e senza alcuna cognizione del futuro: tutto si gioca li in quel momento, per cui riesce facile posizionarsi a destra o a sinistra con la cantilena che il Movimento non è di destra e non è di sinistra: carta vince, carta perde. Peccato che milioni di giovani sono rimasti irretiti in questo gioco al ribasso in cui il lavoro è argomento sconosciuto, futuro non è cosa che si mangia, e tutto si riduce a solleticare la pancia dei bisognosi facendo loro credere che tutto si risolve con le casse dello Stato. Da ministro dello Sviluppo Economico non ha risolto una che fosse una delle grandi crisi industriali italiane (ILVA e Alitalia son lì a dimostrarlo). Da Ministro degli Esteri, utilizza la Farnesina per incontri di partito. Le questioni internazionali possono attendere. L’opportunismo snatura i pensieri, le idee, le intenzioni. L’opportunismo crea piccoli vantaggi momentanei ma, poi, lascia lo spazio solo a confusione, rammarico, angosce. Anche qui, il M5S allo sbando ne sono la dimostrazione plastica.