Leggete; c’è da inorridire
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Oggi, i signori e padroni del web sono diventati molto più invasivi perché ci chiedono la posizione, ci chiedono, cioè, dove ci troviamo mentre stiamo facendo una telefonata o scorrendo facebook o istagramm o altri social. Noi li autorizziamo? Malissimo: da quel momento ci seguiranno ovunque fino a rinchiuderci in una gabbia.
Come rilevato da due giornalisti del New York Times e riportato da REP, ci sono nel mondo cinque o sei grandi società che si occupano di ricostruire le nostre identità digitali nei minimi particolari, partendo proprio dal momento in cui noi, con molta sufficienza, condividiamo la nostra posizione. Si chiama data cleansing ed è la combinazione di tutti i dati personali che condividiamo quando navighiamo. Loro prendono un puntino sulle loro mappe (il nostro cellulare) lo seguono e vengono a conoscenza di tutti i nostri spostamenti. Per esempio se abbiamo partecipato alla manifestazione delle sardine, se frequentiamo siti inopportuni, se giochiamo al lotto, se compriamo e cosa compriamo via amazon o via altri canali, se frequentiamo la chiesa cattolica o quella anglicana o ortodossa e tutto il resto, compreso se stiamo utilizzando una ricetta o se stiamo guardando la tv in camera o in salotto. Fino ad arrivare al massimo dell’orrore quando capita, com’è capitato a due telefonini che ogni giorno si spostavano da una casa ad un ospedale per malati di cancro. Ad un certo punto uno, quello della moglie, ha smesso di funzionare. E sull’altro, il marito, che ancora non sapeva di essere vedovo, è apparsa la pubblicità di un servizio di pompe funebri.
Terribile, ci hanno messo su un isolotto togliendoci un pò di terra al giorno e ora lo squalo girando intorno aspetta il boccone migliore.
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