Ho visto il film di Checco Zalone. Se qualcuno immagina di trovarvi una sola scena del trailer (promo o lancio) del film Tolo Tolo,  può restarsene a casa. Nel trailer si immagina un film contro l’invadenza degli immigrati, la loro aggressione e il pericolo che possano rubarci tutto, dalla famiglia all’identità, tant’è che, in prima battuta tutti i simpatizzanti di Salvini, senza aver visto il film,  si precipitarono a chiedere una carica di senatore a vita per  Luca Medici, in arte Checco Zalone. Or che il film è in distribuzione presso ben 1100 sale italiane e che ha già fatturato, in solo tre giorni, più di quanto possano fatturare noti film in un anno, il giudizio si è ribaltato. Sono quelli di sinistra che vogliono santificare il comico pugliese, mentre quelli di destra schiumano rabbia.

In effetti, il film è una cavalcata attraverso le disgrazie del popolo africano con cui viene a contatto uno dei tanti italiani un po’ sbruffoncello, un po’ spavaldo, un po’ ignorante, un po’  egoista, un po’ nostalgico, un po’ simpatico, un po’ svenevole, ossessionato dai prodotti del benessere. Ne vien fuori un quadro molto poco simpatico del nostro Paese: menefreghismo, semplificazione della complessità, irresponsabilità, carrierismo (un garzone diventa ministro degli esteri).

Ciò detto, io credo che sarebbe meglio non giocare all’accaparramento politico di un altro comico. Perché questo è il rischio: confondere un momento di comicità, seppur ammantato da schematismo ideologico, con un manifesto politico. Di Grillo ce n’è bastato uno. Con due parole, vaffanculo e onestà, Grillo, che solo ultimamente sembra tornato a pensare e ragionare, ha squassato il quadro politico italiano come neanche le brigate rosse e tempo ci vorrà perché si rimargino le ferite che l’Italia ha dovuto subire finora con l’azzeramento della crescita, il giustizialismo, la confusione di idee e di pensiero, le paure).

Lasciamo, quindi, Checco Zalone a quello che è: un fenomeno sociale dell’area del divertimento, beffardo con tutti, senza rispetto sacrale per nessuno, fustigatore di vizi e manie nazionali senza distinzioni e tabù con uno spruzzo di sinistra, una spolveratina di destra e soprattutto una comicità che mescola un po’ di destra e un po’ di sinistra che, in questo film, fa divertire ma non ridere.