Donald Trump, reagendo ad una manifestazione contro l’ambasciata americana a Bagdad in Iraq, come fosse un bullo di periferia e non il Presidente degli Stati Uniti d’America, ha deciso di far uccidere il generale Soleimani uno dei principali attori della mischia mediorientale, l’uomo degli ayatollah sui campi di battaglia, audace, carismatico intelligente. Stava per essere scelto come candidato alla carica di presidente dell’Iran. Gli americani lo conoscevano bene, prima di essere un loro avversario era stato un alleato contro i jihadisti dell’Isis, il califfato.
Le reazioni nel mondo:
Dall’Iraq arriva la condanna all’attacco statunitense che ha causato la morte del generale iraniano. Il premier iracheno, Adel Abdul Mahdi, ha affermato che l’attacco aereo contro l’aeroporto di Baghdad è un atto di aggressione contro l’Iraq e una violazione della sua sovranità. Si è, poi, detto convinto che l’attentato al generale Soleimani «scatenerà una guerra».
In Iran la morte del popolare generale ricompatta l’opinione pubblica e offre un nuovo e formidabile pretesto agli ultra-conservatori, i falchi, per mettere ancor di più nell’angolo i moderati guidati dal presidente Hassan Rouhani, con grandi sgradite sorprese per tutto l’Occidente. L’Iran non ha un esercito per combattere gli americani ma ha comunque punti di forza quali: missili, droni, e agguerrite milizie alleate al di fuori dei confini nazionali. I sistemi missilistici sono molto avanzati e di varia gittata, da 300 a 2mila km, in grado di colpire anche l’Europa meridionale. I droni, poi. Per quanto più piccoli e capaci di compiere distanze inferiori rispetto a quelli americani o israeliani, quelli di fabbricazione iraniana non sono molti lontani dalle tecnologie più all’avanguardia.
Il leader libanese di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha comunicato che il suo gruppo di miliziani sciiti si sarebbe vendicato e avrebbe portato avanti il percorso avviato dal generale iraniano Qassem Soleimani, anche dopo la sua morte.
l presidente russo Vladimir Putin, ha dichiarato che l’uccisione del generale iraniano Soleimani rischia di “aggravare la situazione” in Medio Oriente.
In USA, il Pentagono (i generali americani, per intenderci) ha subito comunicato che l’attentato è sato voluto dal Presidente, come a prenderne le distanze. Nancy Pelosi, dei democratici, ha riferito: “L’attacco aereo rischia di provocare un’ulteriore pericolosa escalation di violenza”. “L’America, e il mondo, non possono permettersi di aumentare le tensioni fino al punto di non ritorno”. L’ex vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha affermato: “Questa è una mossa estremamente forte in una regione già pericolosa”. “Il presidente Trump ha appena lanciato un candelotto di dinamite in una scatola”
In Europa serpeggia una forte preoccupazione e si biasima senza se e senza ma l’azione del Presidente Americano. Sono tante le voci che ricordno l’attentato di Sarajevo del 1914 [1] che provocò una guerra mondiale. E se non sarà guerra aperta, sicuramente l’attentato scatenerà il terrorismo in tutto il mondo contro i rappresentanti degli Stati Uniti, militari o civili oltre a attacchi aerei e scontri accesi tra milizie avversarie che operano in Siria, in Libano, in Iraq o nello Yemen. Una catastrofe per il mondo intero.
In Italia, Giorgia Meloni: La complessa questione mediorientale, in cui si innesta la rivalità tra Iran e Arabia Saudita, non merita tifoserie da stadio ma necessita di grande attenzione. Una escalation delle tensioni in Medio Oriente (con possibili ripercussioni anche in Libia) non è nell’interesse dell’Italia perché rischia di acuire il problema immigrazione, alimentare il terrorismo e danneggiare ulteriormente l’economia europea. In questo quadro esprimo la più ferma condanna al gravissimo assalto all’ambasciata statunitense in Iraq e una forte preoccupazione per le conseguenze della reazione americana che ne è seguita. Di Battista Quello a Baghdad è un raid vigliacco perché i droni sono vigliacchi. È un raid pericoloso perché il Medio Oriente è una polveriera.È un raid stupido perché ricompatterà l’opinione pubblica iraniana a sostegno del governo di Teheran. Di Maio: gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti”. Matteo Renzi: Il 2020 della politica italiana è iniziato con sterili discussioni da cortile. Quello che sta accadendo in Libia e in #MedioOriente dovrebbe farci cambiare passo e chiamare l’Italia – e l’Europa – a tornare ad avere un ruolo in politica estera. Nicola Zingaretti: Grande preoccupazione per l’altissimo livello di tensione in #Iraq dopo le violenze dei giorni scorsi contro l’ambasciata Usa e l’eliminazione di #Soleimani. L’Italia e l’Europa assumano tutte le iniziative utili per scongiurare un’escalation incontrollabile nell’area. Silvio Berlusconi: non pervenuto. Starà riposando. Matteo Salvini è l’unico uomo politico europeo di un certo peso che plaude al guerrafondaio Trump,
Infatti, Matteo Salvini ha dichiarato: «Donne e uomini liberi devono ringraziare il presidente Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà», ha scritto su Facebook l’ex ministro dell’Interno Salvini, prendendo nettamente le parti di Donald Trump e congratulandosi con lui per aver «eliminato un pericoloso terrorista islamico».
Questo è Matteo Salvini, un guerrafondaio che mette in mostra un’anima dissennata, un cervello sconnesso. Per lui tutto si riduce a eliminazione fisica, espulsioni, torture in una strategia tutta sballata di “difesa degli italiani in amicizia con i prevaricatori e in inimicizia con il mondo” . Con le sue dichiarazioni, se fosse stato presidente del Consiglio e non, fortunatamente per noi, semplice capo politico seppur di un partito numeroso, avrebbe messo l’Italia in serio pericolo, come minimo sotto attacco terroristico. E, comunque, Salvini, ha dimenticato le migliaia di soldati italiani in missione nel mondo in aree oggi facilmente aggredibili da quella nazione e quei popoli che Trump ha sfregiato uccidendo un Candidato alla Presidenza di uno Stato molto orgoglioso e pericoloso qual è l’Iran. Se è vero che, in precedenza, c’era stata una aggressione violenta all’ambasciata americana di Bagdad, è altrettanto vero che la reazione di Trump è stata da bullo di periferia e non da Presidente di una nazione potentissima e civile come sono gli Stati Uniti d’America. Trump è il rigurgito di una mentalità retrograda e pericolosa per tutto il mondo. Salvini è la sua brutta fotocopia.
Di fonte alla vicenda Soleimani ricordiamo le parole attribuite a Ghandi “An eye for an eye leaves the whole world blind” (“Occhio per occhio lascia il mondo cieco”). …e quelle di Battiato: “In quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore”.
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[1] L’attentato di Sarajevo fu il gesto omicida compiuto dal giovane attentatore serbo-bosniaco Gavrilo Princip contro l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, e sua moglie Sofia durante una visita ufficiale nella città bosniaca il 28 giugno 1914. Il gesto fu assunto dal governo di Vienna come il casus belli che diede formalmente inizio alla prima guerra mondiale. (Wikipedia)
non per niente la stampa tedesca lo chiama trumpino…
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