Il travagliatore Travaglio, a proposito di Bettino Craxi, ha scritto:Ci hanno detto che rubava per il suo partito, come se questo fosse meno grave che rubare per sé, quando in realtà non è così: se io rubo per me sono un ladro e tutto finisce lì, se invece giro le tangenti al mio partito, portando tanti soldi, conquisto molto potere e altero la concorrenza all’interno della politica.”

A questo avvelenatore di arterie, vene, capillari, anima e cervello, non viene minimamente in testa che, per poter affermare le sue idee politiche, Craxi aveva bisogno, come ce n’è ancora bisogno adesso, di finanziamenti. Il PCI veniva finanziato dall’URSS, la DC, il PRI e il e il PSDI, dagli USA, il PLI veniva finanziato dalla Confindustria. Il PSI di Craxi era costretto a ricorrere al finanziamento, allora, illecito. Strano discorso quello del Travagliatore, applicato solo a Craxi: i finanziamenti ottenuti da Craxi avrebbero alterato la concorrenza all’interno della politica. Quelli dell’Unione Sovietica, no? Quelli degli USA, no? Quelli della Confindustria, no? Sta di fatto che Craxi fu l’unico politico del sistema che, finito nelle maglie della Giustizia, fu condannato alla galera vera. 

Ora, limitarsi ai comportamenti di Craxi, gravi ma pur sempre degni di una valutazione oggettiva, visto il momento politico italiano degli anni 80, e ridurli a mera questione giudiziaria, è un gioco semplicemente perverso. Da anni, la bestia di Travaglio sta abituando il popolo italiano a questo: avvelena, con il suo inchiostro nerissimo e maleodorante, il pozzo da cui si attingono le informazioni per un giudizio politico circa le vicende del nostro paese.

Abituato a scrivere sulla base dei brogliacci dei pubblici ministeri, a questo squallido personaggio non passa per la testa che Bettino Craxi è stato un uomo politico cui vanno, certamente, i demeriti di quel finanziamento illecito ma vanno anche i tanti meriti conquistati sul campo dell’attività politica a favore del suo Paese, senza dimenticare che quel finanziamento illecito era ben giustificato dal clima di guerra fredda che si respirava nel mondo intero e in Italia.

Per chi fosse a digiuno di informazioni o le avesse dimenticate, le riporto brevemente:

  1. Sali al Governo del Paese nel 1984; il mondo era diviso nettamente in due, tra USA e URSS; l’inflazione viaggiava a livelli del 20% circa, falcidiando i risparmi e gli emolumenti di pensionati e lavoratori dipendenti. Quando lasciò il Governo nel1987, l’inflazione era scesa al 4%. Ciò avvenne dopo una battaglia campale contro la metodologia di adeguamento della scala mobile difesa a spada tratta dal PCI, tanto che, nelle sue feste dell’Unità, il piatto gastronomico più richiesto era la Trippa alla Bettino.
  2. Durante il suo Governo il Prodotto Interno Lordo viaggiò al ritmo del 3-4%, cifre mai raggiunte negli anni successivi (oggi viaggiamo al ritmo dello 0,1%) . E’ vero che, in questo, era favorito da un aumento elevato del Debito Pubblico che, dal 1983 al 1987 passò dal 65% all’85% ma va detto che questa non fu una impennata bensì la conseguenza di una politica monetaria della Banca d’Italia che, a partire dal 1981, eliminò la copertura a garanzia dei BOT e dei CCT: il livello dell’indebitamento pubblico passò dal 35% del 1981 al 65% del primo governo Craxi e proseguì dopo di lui in modo ancor più selvaggio fino ad arrivare in pochi anni, nel 1994, al 122%.
  3. Gli americani di Reagan spadroneggiavano nel mondo, specialmente dopo la caduta del muro di Berlino avvenuta nel 1989. Era il 1985, una nave italiana fu assalita e presa in ostaggio, da 4 terroristi para-palestinesi che chiedevano la liberazione di 50 loro connazionali detenuti nelle carceri israeliane. Ci furono feriti e una vittima, un ebreo di nazionalità americana. Seguirono giornate di trattativa tra la Siria, l’OLP (l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina), l’Egitto, la Tunisia, l’Italia (con Craxi presidente del Consiglio, Andreotti ministro degli esteri e Spadolini ministro della Difesa) e gli americani i quali pretendevano di estradare in USA sia i 4 terroristi, sia due palestinesi ( uno dei due era Abu Abbas, un gran capo dell’OLP) che si erano prestati a fare da intermediari tra i vari Stati per liberare la nave e i passeggeri. Al termine di una trattativa molto lunga e complessa, la nave e gli ostaggi furono liberati; i 4 terroristi e i due intermediari salirono su un aereo di stato egiziano che avrebbe dovuto portarli a Tunisi. Gli Americani intercettarono l’aereo e lo dirottarono verso la base militare di Sigonella, con l’intento di prelevare tutti i passeggeri ed estradarli in America. Militari della Delta Force degli USA circondarono sia l’aereo appena atterrato sia i carabinieri italiani in servizio nella zona di atterraggio. Craxi intervenne in nome della inviolabilità del territorio italiano e della giurisdizione italiana. Fece circondare  tutti gli uomini della Delta Force Americana e li costrinse a desistere. Dopodiché, fece consegnare i 4 terroristi alla giustizia italiana, mentre operò perché i due intermediari potessero ripartire e riparare a Belgrado. Gli USA non hanno mai perdonato a Craxi questo “sgarbo”.
  4. La sua politica non soddisfaceva i partiti a sinistra del Partito Socialista Italiano; lo accusarono di aver ceduto al Riformismo. La Storia si è incaricata di dimostrare come Craxi fosse anni avanti rispetto a loro e oggi, fatto salvi gli ultimi nostalgici del comunismo, tutti si dichiarano riformisti.
  5. Altra accusa assurda rivolta a Craxi fu quella di aver ceduto alle imprese, rinunciando all’operaismo. Anche qui la Storia si è fatta carico di dimostrare come Imprese e Lavoratori siano un’unica cosa da supportare “insieme” e non due forze contrapposte di ottocentesca memoria (padroni e servi).

In definitiva, giusto evidenziare gli errori di Craxi nel sollecitare il finanziamento illecito ma non è giusto ridurre il tutto a questione giudiziaria. La storia di Craxi merita ben altra considerazione e valutazione. «Bettino Craxi è più vivo che mai, più vivo di tanti morti che pretendono oggi di riflettere sui suoi errori senza aver dibattuto sui loro».