Non è questo un mio articolo, scritto originato da riflessioni su questioni sociali o politiche alla luce dei fatti che accadono tutti i giorni sotto i nostri occhi. No, questa che segue è una riflessione accorta e condivisibile di quello che “Renzi l’antipatico” (colui che, pur avendo risollevato le sorti dell’economia italiana nel triennio 2015-2017, viene vituperato e disprezzato da tanti) ha messo a disposizione di tutti attraverso una intervista apparsa oggi su La Repubblica.

A proposito del PD

Pur di evitare i pieni poteri a Salvini ho promosso un governo con i Grillini. Chi mi conosce sa quanto mi sia pesato. Salvini voleva elezioni, maggioranza assoluta, riforma costituzionale e referendum sull’Euro: sarebbe stata una tragedia. Sono fiero di aver impedito questo disegno. Abbiamo mandato Salvini all’opposizione mentre altri si accordavano con lui per andare alle urne. Non siamo noi ad aver cambiato schieramento ma il Pd ad aver cambiato idea sulla formazione del governo e, ultimamente sulla legge del suo vicesegretario Orlando relativa alla prescrizione.

A proposito della prescrizione dei reati penali e di Forza Italia

C’era una legge sulla prescrizione voluta da Berlusconi. Noi l’abbiamo cambiata allungando i termini perché erano troppo brevi. Ora però il tandem Bonafede-Salvini ha addirittura cancellato il concetto stesso di prescrizione rendendo i cittadini indagati a vita. Per di più in un Paese come il nostro dove il solo avviso di garanzia equivale a una condanna sui social: questa scelta lede i diritti delle persone. Sarà un caso che tutta l’avvocatura sia contraria? E che larga parte dei magistrati esprima dubbi? Non si tratta di abbracciare Forza Italia, ma di abbracciare lo stato di diritto, il garantismo, la civiltà giuridica messa in discussione dal giustizialismo grillino.  Combatto il giustizialismo, che è la forma più meschina del populismo, il populismo dei mediocri. Eppure in Tv tutte le sere ci sono persone che dicono: “Non è uno scandalo se gli innocenti finiscono in carcere”. E Davigo ha il coraggio di affermare: “Non esistono innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti”. La nostra è una battaglia culturale. Spero che il Pd non sia succube dei Grillini, perché è paradossale subirne il ricatto proprio ora che stanno implodendo.

A proposito di Conte

Non voglio cambiare il premier, ma voglio che il premier cambi passo. C’è un Paese da governare, con il Pil che crolla e il mondo pieno di incognite: il Coronavirus, la Brexit, la Turchia che pretende di dettar legge nel Mediterraneo, i dazi. E il -0,3 per cento del Pil è un dato negativo che non si vedeva dal 2013. Bisogna sbloccare i cantieri e abbassare le tasse. Tutte ottime ragioni per non litigare e mettersi a lavorare. Quindi, confermo: Non voglio che Conte smetta di governare, voglio che inizi a farlo davvero, altro che storie”.

A proposito dell’arresto dei suoi genitori

Quell’arresto è stato annullato dal Tribunale della Libertà e la prescrizione per i reati di cui sono accusati segue le regole peggiorative per gli imputati: dunque non c’è alcun legame tra i processi dei miei e questa battaglia di civiltà sulla prescrizione che vale per il futuro.

A proposito della Fondazione OPEN

Aspettiamo processi e sentenze. Certo è che il tema di come si finanzia la politica è cruciale. Noi abbiamo abolito il finanziamento pubblico. Con le note vicende si è invece criminalizzato il finanziamento privato. Chi paga la politica allora? Al Superbowl gli spot li hanno comprati solo due miliardari: Trump e Bloomberg. La politica sarà riservata ai ricchi? Noi raccogliamo piccole donazioni sul sito di Iv, dieci euro a testa. Nessuno ha il coraggio di dire ad alta voce che questa vicenda, piccola per Open, riguarda alla grande altre fondazioni, Srl e Blog. Chissà se questa timidezza passerà nei prossimi mesi.

A proposito di Italia Viva

Italia Viva c’è. Chi era a Cinecittà, in occasione della prima assemblea nazionale del partito, ha visto una comunità di persone vere, non un partito di plastica. I sondaggi da qui al 2023 cambieranno decine di volte, io bado alla sostanza”.