Il Governo giallo-rosso nacque questa estate per tre combinazioni: Salvini chiese pieni poteri e si ritrovò fuori; Grillo mandò a vaffa… i suoi stessi elettori perché non volevano prendere la nuova strada pendente a sinistra, dopo l’abbraccio mortale della lega; Renzi, pur di non consegnare l’Italia in mano a Salvini con il rischio di una Italia fuori dall’Europa, ingoiò, con tanto maloox, il governo con i 5S, i suoi veri avversari.

Nel fare questo, Renzi ingoiò il reddito di cittadinanza, criticabile per le sue modalità di attuazione, non tanto per i suoi contenuti apprezzabili; ingoiò quota 100, una formula esclusivamente propagandistica che ha portato qualche beneficio ad alcuni pochi pensionandi ma ha sottratto ben 20 miliardi di euro (quarantamila miliardi delle vecchie lire) alle nuove generazioni. Poi disse chiaramente che il Governo avrebbe dovuto portare a casa una finanziaria che evitasse l’innalzamento dell’Iva. Dopo di questo, tana liberi tutti, per un altro tipo di governo. Di contro, Zingaretti e il nuovo PD, dapprima contrari all’accordo con i 5S, poi contrari a Conte come presidente del Consiglio, si sono, alla fine, inspiegabilmente, posti come custodi della politica dei 5S e hanno individuato Conte come il punto di riferimento dei progressisti; per loro esistono solo l’alleanza con i 5S e Conte come Presidente del Consiglio. Tutto il resto è superfluo. Anche rinunciare ai propri valori è diventato secondario. E così si finisce bastonati dopo l’alleanza in Umbria con i 5S e ci si salva in Emilia solo grazie ai 5S che vanno da soli e ai molti cittadini che scendono in piazza contro Salvini.

Il PD è alla ricerca disperata di una alleanza con i 5S, Italia Viva è lontana dai 5S.
Da qui nascono tutte le fibrillazioni di questi ultime settimane.

La prima scattò quando PD e 5S, invece di limitarsi a sterilizzare l’IVA, proposero una sua rimodulazione che avrebbe portato un aggravio di imposte per 5 miliardi. Italia Viva si oppose non perché contraria nel merito ma perché politicamente errata, dal momento che Salvini era pronto con la mitragliatrice a sparare contro gli aumenti di imposte e tasse. Si evitò la rimodulazione.

La seconda scattò quando PD e 5S, solo per fare cassa e non per intervenire a favore dell’ambiente, si pronunciarono a favore della sugar tax. Italia viva si oppose per lo stesso motivo del caso precedente e riuscì a fermare questa tassazione utile alle casse dello stato, inutile ai cittadini.

La terza fibrillazione scattò quando PD e 5S, sempre per far cassa e non per altro, si pronunciarono a favore della plastic tax. Italia Viva si oppose sia per il motivo precedente sia perché quella tassa avrebbe messo in ginocchio le industrie emiliane. L’imposizione è passata ma molto contenuta.

E arriviamo a questi giorni: Italia Viva ha avvertito, per tempo, il Governo e gli alleati di Governo di essere indisponibile al mantenimento in vita della Legge Bonafede che elimina la prescrizione dei reati penali, vale a dire, elimina il diritto dei cittadini, innocenti o colpevoli che siano, di veder concluso un processo a loro danno dopo un ragionevole periodo di tempo. Con la Bonafede, il processo può durare a vita, può, cioè, concludersi solo con la morte dell’imputato. Va detto che già con il governo giallo-verde si pose il problema che fosse necessario avviare la riforma della giustizia prima di eliminare la prescrizione; per questo motivo si decise di spostare di un anno l’entrata in vigore della Bonafede, tempo necessario ad avviare quella riforma. Poiché nell’anno trascorso nulla è stato fatto nel merito, Italia Viva non ha chiesto di eliminare la Bonafede, ma con il lodo Annibali (deputata di Italia Viva), ha chiesto di protrarre di un altro anno la sospensione. Il PD (al cui interno moltissimi non accettano la Bonafede)  e i 5S hanno risposto con accrocchi vari, quasi sempre incostituzionali e indigeribili: prima con il Conte-1 presentato da Giuseppe Conte, poi con il Conte-bis, presentato da Federico Conte di LEU.

Ieri, la decisione presa da Conte-PD-5S-Leu di mettere il lodo Conte-bis nel disegno di legge sul processo penale, dimostra come ormai le cose siano andate troppo oltre perché una ricomposizione sia possibile.

Ridicole sono le prese di posizione dei fidelizzati di quelle forze politiche che si sforzano con acrobazie verbali e atteggiamenti manichei di scaricare su Renzi e Italia Viva la colpa di una crisi di Governo. E si permettono, per bocca del Presidente del Consiglio, di bacchettare una forza politica come fosse composta da scolaretti: “Non accetto ricatti. Il comportamento che sta avendo Italia Viva è inaccettabile: non si può ammettere che una forza di maggioranza un giorno voti con le opposizioni e uno minacci di sfiduciare un ministro della Giustizia che è anche il capo delegazione del partito di maggioranza relativa”.Mi dispiace che non ci sia stata Italia Viva, non hanno deciso di dare il proprio contributo a questo importante risultato. Credo che per una forza politica sia sempre una sconfitta decidere di non sedersi a un tavolo. Quindi rinunciare a lavorare insieme ai propri compagni di viaggio per il bene del Paese. Il ministro ha sempre il dovere di partecipare a un Consiglio dei ministri. La loro assenza è ingiustificata.

Renzi definisce l’atteggiamento di Conte “incommentabile“. Italia Viva ha offerto non una ma quattro mediazioni, l’ultima lo stop alla prescrizione dopo il secondo grado di giudizio. Ma gliele hanno rifiutate tutte. Non accetta che lo dipingano come uno che manovra per le nomine nelle società partecipate; non accetta che lo dipingano come in cerca di poltrone o poltroncine e reagisce così: “Il presidente del Consiglio non è un preside che può bacchettare due scolarette. “Siamo alleati, non sudditi“. E poi: “Se qualcuno ha in mente di fare senza di noi, di dar vita a una nuova maggioranza, faccia pure”. “Se vogliono do loro un aiuto. L’ho detto a tutti quelli che mi hanno cercato, dai 5 stelle e dal Pd. Quanti ve ne servono? Ve li do io. Se mi mandano all’opposizione mi fanno un favore. Così non devo più votare le loro cialtronate“.

A questo punto è facile immaginare una mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede già a metà marzo. Considerato che Conte considererebbe questo come un gesto di sfiducia nei suoi confronti, due sono le ipotesi che si affacciano all’orizzonte della politica italiana: quella di un governo con alla guida il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri o quella di un esecutivo istituzionale presieduto da Mario Draghi.  La prima ipotesi è complicata, perché il Pd dovrebbe spodestare Conte e rimanere insieme a Italia Viva. La seconda ipotesi è quella che anche Giorgetti della Lega va strombazzando da tempo e che vedrebbe tutti alla guida del Paese con un Governo Istituzionale.

Tutto questo, a meno che Conte, PD,5S e Leu non rinsaviscano e non riconoscano che le posizioni di Italia Viva sono di buon senso e non velleitarie oppure a meno che Berlusconiani dalla doppia faccia non decidano di sostituire i parlamentari di Italia Viva.

In ogni caso Renzi non mollerà di un millimetro su quelli che sono i valori irrinunciabili dei cittadini.