Sei personaggi in cerca d’autore è il titolo della memorabile commedia di Pirandello con la quale il grande commediografo e drammaturgo italiano vissuto nel secolo scorso volle rappresentare la comunicazione fondata sulla trasmissione di messaggi non autentici, non rispondenti al nostro essere, perché impossibili da racchiudere nella convenzione delle relazioni umane e politiche, il che porta a rapporti compromessi sul nascere e quindi ad una solitudine senza rimedio.

Il nostro Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aspetta che detti sei personaggi si rivelino a lui per portarli in scena con il loro passato disperato. Cosi titola oggi la Repubblica: Il piano di Conte per evitare la crisi, sfilare sei senatori a Italia. La strategia studiata con Franceschini per garantirsi la maggioranza a Palazzo Madama anche in caso di rottura. E ad avvalorare la tesi che vede quelli dell’attuale PD operare per ricatti, ecco Zingaretti: se Iv esce, saltano le alleanze a tutti i livelli.

A una semplice richiesta di sospendere per un anno la legge Bonafede per difendere i diritti degli imputati in presenza di processi dalla durata infinita, Il Presidente del Consiglio, con i suoi affiliati, arma il paese e le martoriate memorie collettive con una incoscienza infinita. Incapace di mediare e di svolgere, così, il mestiere di Capo di un Governo di Coalizione, si mette a praticare la sola arte finora dimostrata: uomo per tutte le stagioni.

Giuseppe Conte è passato senza colpo ferire da capo di un governo con politiche tendenzialmente di destra, a capo politico di un governo tendenzialmente di sinistra tanto da far dire a Zingaretti che egli rappresenta il punto di riferimento di tutti i progressisti. Ma non basta. Ora, questo avvocato del popolo, come ama definirsi, vuol passare a fare il capo di un governo non tendenzialmente di sinistra, ma di sinistra tout court, tanto da spingere fuori dal Governo un partito chiaramente moderato com’è quello di Italia Viva per sostituirlo con sei personaggi in cerca d’autore pronti a diventare qualsiasi cosa si chieda loro, anche comunisti.

Intanto, a due anni dal suo insediamento, la situazione economica, sociale e morale del paese è precipitata a livelli minimi. Dagli anni del prodotto interno lordo al 2% circa, con il governo Renzi, siamo scesi nel baratro dello 0%, ultimi in tutte le graduatorie economiche europee. Altro che anno bellissimo, come entusiasticamente amava declamare il nostro Giuseppe Conte qualche tempo fa. Pare proprio che l’Italia sia entrata in una sindrome da alluginogeni.