A fine gennaio 2019, durante una pausa dei lavori del vertice di Davos, Giuseppe Conte si fermò a colloquio con Angela Merkel e, dopo aver sviscerato le problematiche che attanagliavano Lega in crescita e 5 Stelle in calo rovinoso, rivendicò il suo ruolo di Presidente del Consiglio del Governo italiano e sottolineò: “La mia forza è che se io dico: ‘Ora la smettiamo!’ Loro non litigano… la smettono”.
Alla faccia, si è visto come hanno smesso: nell’agosto 2019, dopo solo sei mesi da quell’affermazione, Salvini ha mandato a monte il Governo giallo-verde e Di Maio ha acconsentito a formare un nuovo governo con partiti del centro sinistra. Giuseppe Conte è rimasto a cavallo di un governo completamente diverso, con programma diverso. Con il Governo giallo-verde aveva previsto un 2019 bellissimo; con il nuovo governo non sa cosa dire.
Ora, ha cambiato interlocutore: al posto della Merkel c’è il Presidente Mattarella. Stando ai dispacci delle agenzie di stampa, avrebbe confessato a Presidente che il Governo da lui presieduto non ha problemi. Conte, nell’incontro riservato con il capo dello Stato, ha detto che è comunque deciso ad andare dritto con l’azione di governo, in qualsiasi modo. E che ci vuole a formare un nuovo Governo: fuori Italia Viva e dentro i cosiddetti Responsabili provenienti dalle fila di Forza Italia in disgregazione totale, dopo che la Magistratura ha ripreso il percorso delle indagini contro Berlusconi e le sue vicende di sesso.
Oramai, Giuseppe Conte è un esperto in formazione di governi completamente diversi, con politiche completamente diverse e con uomini e donne completamente diversi. Lui è il Silvan delle formazioni: metti dentro, taglia fuori, sposta a destra e sposta sinistra e il gioco è fatto. Gli italiani sono di bocca buona e lui ha capito l’arte di come prenderli in giro. Segue, semplicemente, il consiglio di Bismark, primo ministro del Regno di Prussia dal 1862 al 1890: non far sapere ai cittadini come si impastano le salsicce e le leggi.
Ha anche capito che le suggestioni sono più importanti dei risultati. Infatti che Renzi abbia, per tre anni, ottenuto risultati economici buoni se non ottimi, risalendo dalla crisi lasciata da Berlusconi e non aggredita da Letta, agli italiani interessa poco; che i Governi Conte 1 e Conte 2 stiano portando allo sfascio l’Italia, agli italiani interessa poco; vince la suggestione, vincono le panzane, vince la noia di leggere e il disprezzo per la documentazione, vince una informazione raffazzonata e incompleta.