C’è il coronavirus che uccide: sono migliaia i morti in Cina e decine in Europa. L’organizzazione mondiale della Sanità comunica che siamo al limite di una pandemia vale a dire una epidemia a estesissima e rapida diffusione.

Mentre in Italia sta divampando la paura per il diffondersi del Coronavirus (al momento 29 casi con un morto in Lombardia e 9 casi con un morto in Veneto) Vittorio Feltri, direttore di Libero, ha scritto su Twitter un messaggio dai toni davvero spiacevoli: “Da Lombardo devo ammettere che invidio i napoletani che hanno avuto solo il colera, roba piccola in confronto al Corona“. Parole che in questo momento così difficile potevano essere evitate tranquillamente, ma Feltri non è nuovo a uscite strampalate e infamanti.

Possiamo tranquillamente affermare che il Coronavirus (Covid-19) è molto meno pericoloso del Coglionevirus (Coglion-77, gli anni di Vittorio Feltri): il primo incide pesantemente sul corpo delle persone ammalandole, indebolendole e causandone, in diversi casi, la morte. Il secondo, invece, incide sulle coscienze e sull’anima delle persone, causandone una distorsione mentale con ripercussioni sociali catastrofiche. La storia insegna che quelle distorsioni portano a danni ben più pesanti di una influenza da coronavirus. Prima o poi la scienza saprà trovare il vaccino o altro rimedio per combattere questo virus, come avvenuto con tutti gli altri che hanno aggredito l’umanità. Di contro, non esiste scienza che possa porre rimedio ai turbamenti dell’anima quando viene inzuppata nell’acido sparso a piene mani da pseudo-giornalisti alla Feltri. Questa è la pandemia da cui guardarsi: non dobbiamo, noi, nasconderci in casa, ma è la scuola infamante dei Feltri che va messa in quarantena.