Quante volte mi viene detto: è facile scrivere senza avere responsabilità oppure, in modo più feroce, leone da tastiera. È una accusa ingiusta e insensata perché non è necessario essere deputati o ministri per avere idee chiare e costruttive. Già dal 26 febbraio era chiara la pericolosità del fattore 2 (per i dettagli clicca qui) per cui, in assenza di medicinali e vaccini, l’unica soluzione è il distanziamento sociale attuato da noi, però, solo a metà marzo. Poi, già ai primi di marzo, era nota, per combattere il virus, la metodologia dei coreani basata sull’informatica (per i dettagli clicca qui).
Ora, emergono, da tante elaborazioni statistiche, serie di informazioni che il Governo dovrebbe già utilizzare per evitare di restare invischiati in una stressante e lunga agonia da covid-19.
Da dette informazioni emerge, chiaramente, che la popolazione mondiale reagisce, all’attacco di questo virus sconosciuto, in mondo diverso e non per sesso o religione o posizione geografica o costumi particolari o gusti sessuali o gusti alimentari. Reagisce al virus esclusivamente in base all’età: non vi sono più dubbi che a) la mortalità sotto i 55 anni è prossima allo zero; b) la mortalità per la fascia di età 55-65 è di poco superiore allo zero; c) è elevata per coloro che hanno più di 65 anni.
Questo significa che, senza fare i leoni da tastiera, occorrerebbe, fin d’ora, approntare un piano che, superata la fase critica dei contagi, consenta il rientro, alle attività e alla normale partecipazione sociale, di coloro che hanno meno di 55 anni, attivi un monitoraggio chirurgico, con il sistema coreano, per quelli della fascia 55-65 e tenga in isolamento protettivo particolare gli over 65, almeno fino alla scoperta dei vaccini o dei medicinali curativi.