Ieri sera ci è stato detto che le restrizioni a valere fino al 24 marzo e poi prorogate sino al 3 aprile, saranno dilazionate fino al 14 aprile. Possiamo, ora dire, senza essere accusati di essere leoni da tastiera o iettatori o speculatori, quello che non sta funzionando e che da tempo era sotto gli occhi di chi ha avuto una qualche responsabilità organizzativa?
Sono fiero di essere molisano, italiano, europeo. Mi attengo alle regole fissate, ascolto le parole accorate del Presidente della Repubblica e mi associo ad esse: restiamo uniti e ce la faremo. Questo, però, non significa dover restare muti mentre migliaia di cadaveri si accumulano dentro e fuori i cimiteri, in hangar o capannoni.
La televisione ci rimanda le immagini di un governo impegnato, operoso, attivo, industrioso e sinceramente addolorato. Bene, ma dopo due mesi dall’accendersi del focolaio (i primi due cinesi contagiati furono portati allo Spallanzani di Roma il 30 gennaio 2020) e dopo tre mesi dalla notizia del coronavirus con fattore R0 pari a 2,5, il risultato di tanta operosità è di oltre 110.000 contagiati, 13.500 decessi, nessuna regione esclusa. Si sa già che contagiati non sono stati rilevati e sarebbero milioni. I decessi che conteremo saranno molti di più di quelli conteggiati finora. Tanti stanno morendo di coronavirus ma non figurano nelle statistiche. Un’ecatombe.
A questo aggiungasi il fermo dell’industria del nord che vale centinaia di miliardi e lo sfascio dei conti pubblici a causa del necessario aumento del debito pubblico, visto che lo Stato è necessariamente e giustamente costretto a finanziare sia i lavoratori restati senza lavoro sia coloro che lavorano in nero. Tutte le forze politiche si affannano attorno al pozzo del debito pubblico or che i laccioli europei son saltati: occorrono 50 miliardi, no 100 miliardi, no 200. Sembra di essere alla fiera di San Gennaro. Il debito pubblico aumenterà anche fino al 200% e sarà a carico delle future generazioni. Questo i politici non lo dicono. Si preoccupano solo di dimostrarsi più impegnati in questa fiera degli egoismi elettorali. Non è difficile fare i gay con il c… degli altri.
Possiamo or dire ciò che non ha funzionato?
- Troppi decessi, troppi contagi
- Troppa confusione: Sono stati prodotti ben 151 provvedimenti, tra decreti legge, Decreti del presidente del consiglio dei ministri, ordinanze e circolari senza contare le norme prodotte da Regioni, Province e Comuni. Un caos normativo fatto di migliaia di pagine illeggibili e contraddittorie che portano a situazioni assurde come quella ultima dell’ora d’aria dei bambini. Chi ha capito cosa si possa fare o no, alzi la mano.
- Mancano le mascherine per i medici e gli altri operatori sanitari, mancano le mascherine per tutti i lavoratori che operano nel settore dell’agroalimentare, nelle farmacie e parafarmacie e in tutti i settori attivi connessi all’agroalimentare.
- Si tarda a far arrivare a chi ne ha bisogno (imprese e lavoratori, anche in nero) la liquidità necessaria a sopravvivere. Ieri l’INPS che pure era stata allertata già da 15 giorni circa il provvedimento di corresponsione di una certa somma agli autonomi, è andato in tilt. Una vergogna nazionale.
Onore agli italiani per la freddezza e la compostezza, salvo pochi casi, con cui stanno affrontando la situazione, ma va chiaramente detto che stante questa disorganizzazione organica dello Stato, svegliarsi da questa catastrofe sanitaria ed economica sarà molto difficile.