Oramai sta diventando una costante della politica italiana: il PD ha buttato fuori Renzi, grazie agli ultimi giapponesi della Ditta, ma non può fare a meno di seguirlo, come fosse ancora lui il segretario; stessa sorte tocca alla Sinistra tutta che tanto fece per buttarlo giù da Palazzo Chigi (brindò al momento della bocciatura del referendum del 2016). Peccato che le truppe di D’Alema, Orlando, Speranza, Zingaretti, Franceschini e altri, scioccati e confusi, prima di accettarne le idee, i concetti, le visioni, perdano tempo in elucubrazioni, arzigogoli, cavilli, nel tentativo di sminuirne l’ azione. Ci rimettono i cittadini.
Succede così che, per buttar fuori Salvini dal Governo del Paese, ci sia voluta la determinazione, la risolutezza, la fermezza di Matteo Renzi cui solo dopo settimane si è piegata la classe politica sua nemica acerrima e oggi gonfia il petto con Speranza alla Sanità, Di Maio agli esteri, Boccia agli Affari Regionali, Provenzano agli Affari Europei, Bonafede alla Giustizia.
Succede così che, per evitare di ridare fiato a Salvini pronto a sparare a palle incatenate con un nuovo governo delle tasse, Renzi abbia dovuto ingaggiare una battaglia mal vista per evitare marchingegni di rimodulazione dell’IVA o imposte su prodotti particolari. Anche qui, la sinistra e il M5S hanno dovuto convenire che non bisognava dare armi in mano alla destra cazzara di Salvini.
Succede così che solo con ritardi di tempo prezioso, rispetto alla proposta di Renzi, il Governo Conte e la sinistra e il M5S si decidono a decretare la chiusura totale delle attività in tutta Italia, salvo ovviamente quelle necessarie alla sopravvivenza.
Succede così che solo dopo settimane dalla impostazione di Renzi, la sinistra di Zingaretti e Speranza e il M5S di Crimi si decidono a comunicare al popolo italiano la necessità che, in assenza di vaccino e fino a quando non sarà trovato, occorrerà convivere con il Coronavirus. Pertanto va approntato un piano di riavvio delle attività in modo da essere pronti al momento in cui la curva dei contagi torni a scendere significativamente.
Dovendo approntare il piano di riavvio delle attività e quello di sostegno economico alle imprese e ai cittadini in difficoltà, succede che, sempre in ritardo rispetto alle roposte di Renzi, la delegazione del Pd oggi in Consiglio dei ministri parlerà con una voce sola per chiedere a Giuseppe Conte di «condividere la ripartenza», concordarla con tutti gli interlocutori, con un tavolo, quindi, aperto a governo, partiti della maggioranza, partiti dell’opposizione, imprese, categorie, sindacati, amministratori locali.
Ovviamente le riaperture saranno scaglionate, con la giusta distanza, dotando i lavoratori di mascherine e altri strumenti di protezione, ancora meglio attivando una procedura di screening preventivo prima di riavviare una fabbrica o un altro luogo di lavoro.
A questo proposito, ancora una volta è il partito di Renzi che fa proposte concrete. «Non possiamo immaginare mesi e mesi con un blocco come quello di oggi. Pensiamo subito a come organizzare il dopo. La politica deve sapere governare gli eventi, non subirli. Programmiamo ora la ripartenza». Elena Bonetti, ministra delle Pari opportunità e della Famiglia, 45 anni, renziana, ha un pacchetto di misure concrete che intende sottoporre al governo: si tratta di raddoppiare i giorni di congedo parentale («Se le scuole continueranno a restare chiuse, 15 giorni non bastano più»), nonché prevedere un assegno straordinario per i figli almeno fino a 14 anni già nel prossimo decreto. E per il “dopo”, rendere più conveniente l’assunzione delle donne, prevedendo forme di defiscalizzazione. «Matteo Renzi ha ragione – continua la Bonetti – Dovremo imparare a convivere con il virus, sì. Però non possiamo immaginare mesi e mesi con un blocco come quello di oggi. Ci saranno relazioni da reinventare: fino a quando non troviamo il vaccino, la tutela della salute pubblica e personale comporterà la necessità di mettere in campo la distanza di sicurezza, di usare dispositivi di protezione individuale, oltre ai test sierologici e alle app per monitorare e ridurre il contagio». «Chiariamoci su cosa significa ricominciare. Dobbiamo organizzare un modello di paese diverso proprio per tutelare la salute pubblica nella convivenza con il virus. Non è pensabile il lockdown indeterminato dopo il 13 aprile. Studiamo subito con quali regole, con quale gradualità , con quali dispositivi di sicurezza riprenderemo. Non pensiamoci dopo, pensiamoci ora. E diamo una prospettiva di speranza». «Al primo posto l’investimento per le famiglie, con l’assegno universale straordinario per tutti i figli almeno fino a 14 anni. Inoltre l’allungamento dei giorni di congedo parentale. Sono 15 giorni fino ad ora, ma con il prolungamento della chiusura delle scuole, vanno aumentati in proporzione».
la sinistra quando non sa cosa fare si “rivolge” al leader che ritiene vincente salvo poi votargli la sfiducia: lo hanno fatto pure con prodi nonostante le due vittorie contro berlusconi finendo per mandare avanti uno come veltroni…adesso è il turno di renzi, anche se credo che oggi la situazione sia diversa poichè i sondaggi li danno indietro e ci sono i 5stelle a fare da terzo incomodo…
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