Qualche settimana fa, persone gentili lo dipinsero come un irresponsabile, persone maleducate gli diedero dell’imbecille. Oggi, però, stanno tutti discutendo solo di questo. Delle due l’una: o sono diventati tutti irresponsabili e imbecilli, oppure anche stavolta Renzi ha indicato un percorso traguardando il futuro ed evitando di insabbiarsi sul presente. Certo il passato va discusso, esaminato, vagliato, analizzato e, a questo proposito, sarà giusto che se ne occupi una commissione d’inchiesta che faccia piena luce sul perché le mascherine non siano ancora pienamente disponibili a tre mesi dalla notizia di un virus ignoto e pericoloso, perché la borsa di Milano sia rimasta aperta nei giorni cruciali in cui sono stati bruciati centinaia di miliardi di risparmio, perché sia stato consentito a multinazionali di accaparrarsi parte del mercato prima in mano agli italiani, perché l’Inps non sia ancora in grado di corrispondere a chi ne ha bisogno emolumenti decisi un mese fa.

Ma, intervistato da Annalisa Cuzzocrea de La Repubblica e da Bianca Berlinguer su Rai 3, Matteo Renzi ha voluto ribadire un concetto che non riguarda il passato quanto il futuro dell’Italia. A questo proposito, a una domanda che lo metteva nei panni di Conte, ha dichiarato: “So bene che qualsiasi scelta venga fatta potrà essere messa in discussione. Non c’è una verità assoluta, ci muoviamo in un mare ignoto. Mi chiedo perché l’Italia abbia dieci volte i morti della Germania. Perché la Corea del Sud sia riuscita ad arginare il contagio e i Paesi europei no. Perché chi si era basato su una presunta immunità di gregge stia ora pagando prezzi altissimi. E ha aggiunto: “penso che col Covid-19 avremo a che fare per i prossimi due anni, o comunque finché non arriverà il vaccino. Proprio per questo non possiamo restare tutti chiusi in lockdown per due anni”.

Di fronte alle perplessità espresse dai giornalisti ha precisato: “Se fossimo vicini al contagio zero sarei il primo a dire stiamo chiusi una settimana in più’, ma non è così. E, anche col contagio zero, basterebbe un turista, un lavoratore straniero, un asintomatico non rilevato per far ripartire un focolaio. Per questo serve quella strategia di ripartenza alla quale da una settimana sto invitando la politica, non i medici”…… il compito degli scienziati è quello di dire come si contrasta il virus, di spiegare a quali condizioni possono riaprire le fabbriche, non di decidere quando”.

In effetti, la Politica dovrebbe essere in grado di prevedere e traguardare il futuro e non nascondersi dietro questioni tecniche o aspettando di conoscere l’opinione dei sondaggisti prima di ogni decisione. E, in questo frangente, la Politica non deve aspettare supinamente il bollettino della protezione civile e cominciare a ragionare sulla riapertura delle attività solo dopo ilvia libera del Comitato Tecnico Scientifico. La Politica deve già fin d’ora avere in mano un piano credibile di riavvio della vita produttiva del paese. A questo proposito è ancora Renzi a parlare: “Chi continua a tenere solo le fabbriche italiane chiuse sta facendo perdere quote di mercato. Questo significa licenziamenti. Non possiamo vivere in un Paese che va avanti a reddito di cittadinanza, quello è il Paese di Beppe Grillo”.

Le attività vanno quindi riaperte. Come? Niente di fantascientifico. Le aziende dell’agroalimentare non hanno mai chiuso e così quelle del settore farmaceutico e così la distribuzione dei generi alimentari e medicali. Sono rimasti aperti i fiorai, le edicole, le tabaccherie. Lo si è fatto in condizioni di sicurezza. E allora aggiunge Renzi: “Qui non si tratta di codice etico, di chi può riaprire e chi no. Chi è in condizioni di mettere in sicurezza lavoratori e clienti riapre. Devi avere le mascherine, i guanti, devi pagare i test sierologici ai dipendenti, ma riapri. Se non te la senti è una tua scelta”. Ovviamente, il tutto va fatto  d’accordo con i sindacati, i quali sanno che senza riapertura la disoccupazione italiana salirebbe alle stelle. E, soprattutto, avendo pronto un piano di intervento straordinario che contrasti efficacemente ogni stormir di nuovo focolaio che, stando l’assenza di vaccino, potrà comunque accendersi in qualche parte d’Italia.

Richiesto di esprimersi, davanti a una crisi economica mai vista, circa un governo con personalità del calibro di Mario Draghi, Matteo Renzi ha chiuso l’intervista con:  “Il futuro lo scopriremo vivendo. Oggi abbiamo un governo che ha ampio consenso e che per questo dovrebbe avere il coraggio di fare scelte difficili, senza nascondersi dietro l’alibi dei tecnici”.