Finalmente,  tra negoziati europei che vedono l’Italia in balia dei venti nordici, contro cui schieriamo vecchietti in canottiera, un istituto di previdenza (Inps) dalla gestione fallimentare che, pur allertata in tempo, non riesce a distribuire le somme promesse agli autonomi, mascherine che si fa fatica a reperire nonostante siano passati mesi dall’annuncio di un virsus ignoto, Giuseppe Conte riesce a metter su una squadra di tutto rispetto per approntare le incognite della riapertura delle attività produttive.

Mi riferisco alla task force, nominata ieri dal Presidente del Consiglio, alle sue dirette dipendenze  e capitana da Vittorio Colao, uno dei grandi capitani di importanti imprese italiane. Come nel suo stile, Vittorio Colao trasformerà la task force in un commando anticrisi con due obiettivi da raggiungere:

  1. Il primo, a breve termine, riguarda, da una parte, una digitalizzazione dei sistemi idonei a supportare il sistema sanitario (applicazioni su cellulari per le autocertificazioni, per la mobilità, per il distanziamento sociale) e, dall’altra, la riapertura delle attività produttive, alcune delle quali già prima della fine del mese di aprile, con uno schema non dissimile da quello già adottato dalla Fca (ex Fiat) che prevede obbligo di mascherina per l’intero personale, rilevazione delle temperature prima dell’ingresso in azienda, mantenimento della distanza di almeno un metro, sanificazione degli ambienti, procedure per evitare assembramenti nelle mense e negli spogliatoi, uso dello smart working e formazione del personale.
  2. Il secondo, a lungo termine, è il progetto di una Nuova Italia che risorga dalle ceneri e dai fantasmi disseminati a piene mani dal covid-19 e sappia muoversi sull’onda delle tecnologia e dello sviluppo, filtrando sistemi burocratici obsoleti e ammodernando la pubblica amministrazione.

Il tutto condito con un investimento gigantesco sulla istruzione che consenta a tutto il popolo italiano, pensionati compresi, di utilizzare la digitalizzazione informatica a tutto campo.