Ieri, dopo alcuni giorni di tenue speranza di decrescita della curva del contagio, seppur quasi impercettibile, si è avuta una frenata che getta ansia nella classe dirigente e nello stesso Comitato Tecnico-Scientifico. L’Italia registra un sempre alto numero di nuovi contagiati, sopra ai 3.000, una alto numero di morti, 566, un aumento dei ricoveri, +240, e una lieve riduzione dei malati in terapia intensiva, presumibilmente dovuta all’alto numero di deceduti che, riconducendosi a Dio, han liberato i letti.

E si fa strada, sempre più convintamente, l’opinione che il virus non sarà sconfitto né a maggio, né a giugno. Giocoforza occorrerà conviverci con il minor sacrificio possibile, in termini sanitari ed economici.

Purtroppo, va confermandosi la costante confusione nella catena di comando, dovuta, sì, al nostro sistema democratico e la sua ampia parcellizzazione e concorrenza delle funzioni tra Stato ed Enti Locali, ma anche alla scarsa capacità di coordinamento da parte della compagine ministeriale giallo-verde, precisando che non è detto che altre compagini farebbero meglio a meno che non siano dirette da gente come Draghi o Colao.

E, così, si assiste allo spettacolo

  • dello Stato che sposta una riapertura graduale delle attività al 3 maggio, anticipando quelle della distribuzione di libri, cartolerie, prodotti per l’infanzia, computer e altro materiale informatico,
  • del governatore Zaia che allenta le misure governative così che ai runner viene tolto il vincolo dei 200 metri, sì alle grigliate e ai picnic in famiglia, sì ai mercati a cielo aperto, con obbligo di mascherina e guanti per chi esce di casa e divieto di uscire per chi ha la febbre,
  • delle Regioni Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto che contestano e frenano sulla riapertura della distribuzione dei prodotti suindicati dal Governo,
  • del Lazio che ammette la riapertura della distribuzione ma la chiude il 25 aprile e il 1° maggio.

Pertanto, è abbastanza verosimile quello che dichiara Gianni Rezza, medico e docente italiano, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità ed epidemiologo: “dovremo mettere toppe in continuazione, dando per assunto che il virus continuerà a circolare. Ogni volta che si creeranno dei cluster dovremo essere prontissimi a identificarli e a contenerli. Dobbiamo rafforzare la medicina del territorio, servono le app e ancor di più servono gli uomini”.

La buona notizia, unica in questo panorama, è l’avvio del Comitato capitanato da Vittorio Colao che sta già alacremente lavorando alla ricerca di un sistema che metta d’accordo le esigenze sanitarie con quelle di una sepuur graduale ripresa economica. Approssimativa è la notizia circa l’accelerazione data, da alcuni enti di ricerca internazionali, per l’introduzione dei vaccini (ben che vada occorrerò attendere ancora una anno).


Nella foto una previsione fatta ieri circa il contagio (contagiati totali, attivi, guariti, deceduti)