Non c’è più tempo per gli annunci. Occorre saper guardare lontano e saper coniugare l’obiettivo da raggiungere con la capacità di realizzarlo. Occorre abbandonare la strada pauperistica della ridistribuzione del poco che abbiamo e intraprendere quella degli investimenti in grandi infrastrutture, istruzione, ribaltamento della pubblica amministrazione, giustizia, innovazione.
Gli interventi fatti finora sono stati dominati dall’annuncite. Sia il Decreto Cura Italia che il Decreto Rilancio, per un valore complessivo superiore a 80 miliardi, sono stati ispirati all’urgenza e alla logica spartitoria per cui si ritrovano compensati, per la chiusura obbligata, sia gli aventi diritto sia tanti altri che non ne hanno diritto. Quello visto finora non depone a favore del Governo. Agli annunci non sono seguite realizzazioni concrete. Il Decreto Cura Italia di 25 mdi è ancora in manutenzione parlamentare. Il Decreto Rilancio di 55 mdi è ancora all’approvazione del parlamento e, perché diventi pane da mangiare, occorreranno un centinaio di decreti attuativi.
Come scrive Cassese sul Corriere, ora preoccupano:
- l’azione incoerente di governo più che la burocrazia;
- Le riunioni spettacolari in una Villa al centro di Roma, seppur di proprietà dello Stato, piuttosto che in Parlamento;
- Il Consiglio dei ministri sostituito dalla processione dei ministri a Palazzo Chigi;
- Lo stile leaderistico senza leader;
- L’accentramento senza rapidità di azione;
- Il sentire molti per non ascoltare nessuno;
- Gli Stati generali divenuti passerella;
- L’«activity» confusa con «action».