Continuerà a vivere a lungo il M5S ma solo per inerzia. Sono oramai troppi i segnali di esaurimento di quella spinta che dopo il 2010 gonfiò le vele del movimento. La protesta,  che prendeva spunto dai tanti piccoli e grandi scandali che hanno coinvolto e coinvolgono i partiti tradizionali, si è trasformata in occupazione del potere nell’immediato, nel timore di non avere futuro. L’antiparlamentarismo si è trasformato in ostinato insediamento in parlamento.

Qualcosa potrebbe essere recuperato se non fosse che, oggi, il M5S, con il gruppo parlamentare più numeroso, non ha capacità politica né linea politica, perché non ha cultura politica.

Le conferme vengono da una intervista rilasciata ieri all’Huffington Post da Max Bugani, Il consigliere comunale bolognese del Movimento 5 stelle, amico di Alessandro Di Battista, per anni braccio destro di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e ora capo staff di Virginia Raggi a Roma. Non pensa sia una buona idea tentare di tacitare Di Battista paragonandolo ai gilet arancioni o ai terrapiattisti e accusandolo di mancato tempismo, di essere, di fatto,  rimasto fermo a quando i 5 stelle erano all’opposizione. Cosi Bugani reagisce alle accuse di Grillo : “Io non so se ci sia una marmotta che vuole rivivere lo stesso giorno ma di sicuro ci sono tanti gabbiani ipotetici, come diceva Giorgio Gaber, senza più neanche l’istinto del volo. Perché ormai il sogno si è rattrappito“.

All’ipotesi che, invece di aprire un congresso in cui confrontarsi tutti per scegliere una linea comune, si preferisca un direttorio: “Mi pare un ‘volemose bene’ che sa di galleggiamento stanco. E non credo porti con sé alcuno slancio per il futuro. Io penso una cosa molto netta: governo e Movimento sono due cose diverse. È così dalla notte dei tempi. Vale per tutti i governi e tutte le forze politiche. Se si vuole creare un organismo per cui il Movimento diventa il governo, vive in funzione del governo, lo spazio si restringe per forza e i cittadini si allontanano”.

Al ricordo di Nanni Moretti e le sue considerazioni sul PDS dell’epoca (Non dobbiamo reagire, dobbiamo rassicurare), Bugani va giù duro: io prego che Conte e il governo resistano, ma a forza di rassicurare continueremo a prendere legnate alle elezioni. Così, lentamente, si muore”.

E conclude: “Se non vuoi fare un bel confronto, in un congresso aperto anche a Conte, è come quando hai paura di parlare con tua moglie e la storia è finita. Si sta insieme solo a Natale. Porti avanti una cosa che non esiste più“.