Ancora una volta si affaccia all’orizzonte italiano il partito degli “spendi e spandi” senza alcuna dimestichezza con la necessaria cultura economica che non sia quella dei pochi maledetti e subito, tutta robaccia buona per i gusti sempliciotti di certi italiani faciloni e indigesti per chi ha a cuore le sorti della Nazione.

Una regola basilare per lo sviluppo concreto e certo di un Paese è quella che dice come siano gli investimenti a creare il lavoro che modifica la struttura economica del Paese, lo pone su un percorso vantaggioso per il futuro e resiste alle intemperie finanziarie ed economiche; viceversa, la riduzione delle imposte e delle tasse si riduce ad aumentare i consumi di una struttura esistente senza alcuna possibilità di incremento dell’occupazione, semmai di un relativo sostegno, con tanti saluti all’Italia del futuro.

Dopo 10 giorni di Stati Generali, osannati e benedetti dai tanti in passerella a Villa Doria Pamphilj, ognuno con la propria ricette, il nostro Fregoli, Giuseppe Conte, dal gusto sempliciotto seppur pomposo e salottiero, ha fatto trapelare la proposta di ridurre l’Iva, una mossa a tempo per rilanciare i consumi, per scatenare una prima reazione a catena. E lo fa guardando alla Germania che nel maxi piano da 130 miliardi lanciato dalla cancelliera Angela Merkel per far fronte alla crisi, ha previsto la riduzione dell’Iva (dal 19 al 16%) per sei mesi. A lui si accodano, ovviamente, i sempliciotti dei 5S, a corto di cultura economica, come Vito CrimiLaura Castelli e altri del Movimento grillino, a seguire. A questi si aggiunge la voce interessata ed egoista della Confommercio che esulta all’idea della diminuzione dell’IVA e vorrebbe questa riduzione eterna. Ai commercianti, si sa, interessa solo che la gente consumi e basta, non cosa consumi e perché. 

Dimenticano, Conte, i 5S e la Confcommercio, che, per un Paese con i conti in ordine come la Germania la diminuzione dell’IVA, è un’opzione, ma diventa molto più complessa per chi, come l’Italia, ha il debito che veleggia verso il 150% del Pil.

Non lo dimenticano quelli che hanno veramente a cuore le sorti del Paese come il ministro dell’Economia Gualtieri, alcuni esponenti del PD e soprattutto Italia Viva che con Marattin dichiara: La nostra opinione è che, sul lato della riduzione delle imposte, c’è solo una strada possibile da seguire e, cioè,  intervenire sul lavoro, tagliando il cuneo fiscale con la riforma dell’Irpef”, perché “un abbassamento temporaneo dell’Iva non avrebbe alcun effetto sull’aumento dei consumi”

Non lo dimenticano, ovviamente le imprese che, con il presidente dei Giovani di Confindustria, Alessio Rossi, fa sapere che : “Il taglio di 1 o 2 punti dell’Iva non mi sembra che possa far ripartire l’economia. È una misura dagli scarsi effetti, ma dagli alti costi. Non è possibile continuare ad andare a debito. Che facciamo: proseguiamo a scaricarlo sulle spalle delle future generazioni, sui nostri figli? Ammesso che il taglio dell’Iva possa essere utile al rilancio, i fondi andrebbero trovati tagliando altre spese”.