Così si esprimeva un personaggio di un film famoso, Il Giorno della Civetta, film del 1968 diretto da Damiano Damiani, tratto dall’ omonimo romanzo di Leonardo Sciascia: Io divido l’umanità in cinque categorie: ci sono gli uomini veri, i mezzi uomini, gli ominicchi, poi mi scusi i ruffiani e in ultimo, come se non ci fossero, i quacquaracquà. Sono pochissimi gli uomini, i mezzi uomini pochi, già molti di più gli ominicchi. Sono come bambini, che si credono grandi. Quanto ai ruffiani, stanno diventando un vero esercito. E infine, i quacquaracquà: il branco di oche.

Si affollano, si accalcano, gremiscono tutte le zone propedeutiche alla rincorsa verso poltrone per incarichi pubblici ben remunerati e fonte di potere: specialmente in Italia, vale il detto Cumannari è megghiu di futtiri

Sicuramente, Giuseppe Conte è un uomo vero, ottimo professionista, serio e preparato nel suo campo, quello della giurisprudenza. Non a caso, la produzione di decreti, durante la pandemia, è stata fluente senza soluzione di continuità;  con essi ha fronteggiato in modo composto una situazione invero complicata. E, come lui, diversi altri hanno dato prova di carattere e serietà.

Ma questo non basta più e non da ora. Già da alcuni mesi si avverte l’esigenza di meno decreti epidemiologici e maggior concretezza nella determinazione di fatti concreti che aiutino ad uscire dalla palude economica in cui l’Italia è finita. E solo partigiani di convinzioni settarie e divisive possono pensare che possa farlo un professore, seppur apprezzabile, o il gruppo del suo attuale governo.

Adesso, occorre ricostruire l’economia. Perché questo accada nel miglior modo possibile occorrono persone dal prestigio internazionale che abbiano mani in pasta non nei codici e nelle normative ma nella finanza e nella economia; persone dall’inglese e francese fluente e con un curriculum di studi ed esperienze che faccia piegare le ginocchia a spocchiosi mezzi uomini che girano per l’Europa e si permettono di giudicare noi italiani.

Hanno queste caratteristiche i vari Di Maio, Azzolina, Provenzano, Boccia, Dadone, D’Incà, Bonafede, e gran parte dell’attuale governo? Chi lo pensa non conosce la complessità della geo-politica…. Non conosce il mondo e si muove solo per simpatie politiche, meglio, partitiche o personali.

Se ne facciano una ragione i vari Zingaretti, Crimi, Salvini, Meloni, Berlusconi,  Speranza. Se ne facciano una ragione e vadano in ginocchio a chiedere aiuto a personalità come Mario Draghi e altri come lui e si costruisca un governo di unità nazionale. Renzi, Calenda, Bonino li convincano che questa è la strada giusta.

Basta con Ominicchi, mezzi uomini, ruffiani e quacquaracquà. Se ne sono capaci, approfittino di questo periodo di unità nazionale per studiare e apprendere un minimo di scienza economica e delle finanze, un minimo di conoscenza delle lingue, un minimo di conoscenza del bilancio dello Stato.

nella foto Mario Draghi