Cominciamo dai fatti, così come riportati da Francesco Bottone in un articolo del 24 giugno scorso.

Gli accordi di confine con l’Abruzzo sono sempre stati considerati da tutti utili per «ampliare il bacino di utenza» dell’Ospedale “Caracciolo” di Agnone e, dunque, utili per ottenere un dimensionamento dell’ospedale degno di questo nome. Recentemente quegli accordi di confine sono stati ripresi e rilanciati  dai movimenti e dai cittadini in occasione della presentazione e del voto sulle ormai famose mozioni. Le mozioni, targate inizialmente Pd e 5 Stelle, sono state poi emendate e fatte proprie anche dalla maggioranza. Insomma, sono state approvate all’unanimità (il cosiddetto Patto per la salute è stato votato e approvato all’unanimità dal Consiglio regionale del Molise). Ma, nella spedizione da CB a Roma, dette mozioni hanno perso per strada il punto qualificante degli accordi di confine, nonostante le reiterate richieste di comitati e cittadini e nonostante fossero tutti d’accordo su di essi. Francesco Bottone parla giustamente di sbianchettamento.

Il Benpensante
Il Benpensante accetta le dichiarazioni di vari personaggi da sempre impegnati sul rilancio dell’Ospedale Caracciolo. Accetta la scelta dello sbianchettamento degli accordi di confine come “scelta voluta” per puntare su una maggiore autonomia della sanità molisana e altomolisana, senza aiutini dall’Abruzzo. Il Benpensante, insomma è orgoglioso dell’autonomia regionale molisana ed è convinto che la scelta, voluta e fatta, consenta di ottenere per il Caracciolo la denominazione di Ospedale di Area Disagiata. Per gli accordi di confine ci sarà tempo …. dopo.

Il Malpensante
Il Malpensante ha ancora davanti agli occhi quello che è successo in 60 anni di autonomia regionale molisana e quello che essa ha significato per l’Alto Molise. Prendo a prestito le dichiarazioni in viva voce di Candido Paglione, uno che la Regione Molise la conosce a menadito avendola frequentata in lungo e in largo, perdendoci il sonno: siamo a un punto di non ritorno; si assiste a un depauperamento ulteriore di un’area che , in Italia, ha la percentuale massima di spopolamento; da noi ci calpestano; viviamo in un’area in cui non esistono i tempi tecnici per salvare una vita in pericolo; tutto ruota sul maledetto disavanzo della sanità molisana, costretta a continuo commissariamento ; siamo in presenza di un pozzo senza fondo: si tagliano ospedali e posti letto ma i costi, invece di diminuire, continuano ad aumentare; c’è una sperequazione spropositata a favore della sanità privata.
Mi chiedo come, stante questa situazione denunciata non solo da Paglione ma dalla maggioranza degli Alto-molisani, si possa dar credito alla teoria che lo sbianchettamento sia stato voluto per ottenere il rilancio del Caracciolo. Appare più verosimile l’ipotesi che la manina, che ha sbianchettato. sia figlia di un decennale assoggettamento della sanità pubblica a quella privata.


nella foto sono tra due sindaci a una manifestazione, a Roma, pro ospedale Caracciolo di Agnone.