Eppur l’Italia, con la cultura del mercato finanziario, mettendo da parte nazionalizzazioni con conseguenti perdite a carico dei contribuenti, ha ben funzionato con colossi come Eni, Enel e Finmeccanica; ha irrobustito le società, non le ha indebolite. Non ha funzionato altrettanto con Alitalia. Questo non giustifica quel che sta avvenendo sotto il cielo plumbeo giallo-verde e poi giallo-rosso dove è il giallo, come quello del semaforo, a creare una luce inquietante del tramonto italiano: Le Autostrade tornano di proprietà dello Stato, il Monte dei Paschi che non era mai stato pubblico lo è diventato, il Mediocredito Centrale si è annesso la Popolare di Bari, l’Alitalia è ancora a carico dei contribuenti e per l’Ilva si prospetta una dolorosa ri-pubblicizzazione.

A tutto questo si accompagna un chiacchiericcio fastidioso sui fondi europei a fronte del quale non è stato allestito alcun piano (che va presentato alle autorità europee) per spiegare come verranno impiegati quei fondi. La politica, tinta di giallo, non ha ancora la più pallida idea di cosa fare con quel denaro, salvo blaterare in modo fastidioso e inquietante: “per il bene dei cittadini”, espressione demagogica e irritante e sgradevole alle orecchie di chi sa che quella frase non vuol dire niente se non accompagnata da progetti concreti che non siano solo stampare carta moneta o far debiti.