All’inizio di quest’anno tutto il mondo è stato aggredito da uno tsunami sanitario che si pensava impensabile; sicuramente lo ritenevano impensabile i governanti di tutto il mondo, pronti a sfidarsi su confini, petrolio, dazi, immigrazione, valute monetarie, competizioni finanziarie, dimentichi di quando il nostro pianeta sia vulnerabilissimo ai cambiamenti climatici, ai flussi stellari e ai banali virus di ogni tipo e specie. Potremmo dire che, nonostante l’innovazione, siamo ripiombati in pieno medioevo.
E i governanti come reagiscono? Utilizzano un solo sistema: iniettano paura. Si, sanno solo iniettare paura. Non riescono minimamente a incanalare le risorse umane e finanziarie per aggirare la pandemia. Utilizzano solo la paura, la paura di infezione per sé stessi, i propri genitori anziani, i propri figli, i propri amici e conoscenti, alimentata dalle notizie relative agli ospedali sovraffollati e all’incapacità del sistema sanitario di far fronte al carico di malati cui fa seguito la preoccupazione per scorte alimentari che possono scarseggiare. A detta paura segue, subito, la paura della crisi economica, anch’essa alimentata e amplificata dalla messa in scena del bollettino quotidiano della protezione civile, rappresentato come fosse un bollettino di guerra.
Oggi, all’inizio del periodo autunnale-invernale, nonostante la lezione della primavera, tutta la macchina politica e amministrativa del Paese, si mostra ancora una volta come in balia degli eventi. E l’unico elemento su cui essa sa lavorare è la paura; avviene sia a livello nazionale sia a livello locale. Infatti, si ripropongono, in successione, misure rigide di lockdown, come valore simbolico di grave situazione ambientale e sociale, indebolimento della fiducia dei cittadini, confusione nelle informazioni, proliferarsi di voci inattendibili. La sequenza di tutto questo determina solo risvolti psico-fisici della popolazione molto pesanti e pericolosi, dai disturbi mentali generici alla depressione.
Dicevo che la macchina politica e amministrativa si sta muovendo allo stesso modo a livello nazionale e a livello locale. In effetti succede anche in piccoli paesi dove nuove amministrazioni, salite al governo della comunità tra frasi roboanti e ottimistiche, sanno solo quasi pomposamente comunicare che in paese è stato riscontrato un caso positivo al covid19, salvo abbandonare la popolazione a informazioni confuse e contraddittorie con conseguente peggioramento della situazione che, se fosse gestita con meno paura e più trasparenza e completezza, allieverebbe corpi e coscienze.