In un post, stamattina, ho scritto: A furia di collezioni DPCM primavera-autunno-inverno, sfornati come cornetti, questo Presidente del Consiglio, uomo per tutte le stagioni, giallo-verde-rosso-e, se necessario, anche azzurro o nero, ha sfarinato il senso dell’unitarietà delle decisioni, creando una piovra di comunicazioni notarili reticolari che stanno determinando un disagio sociale superiore alla paura da Covid. Stante la farraginosità da azzeccagarbugli delle norme, un poliziotto malizioso non ci mette nulla ad elevare la multa a un suo malcapitato antipatico concittadino; figuriamo un poliziotto sprovveduto. Li, a chi coglie, coglie. 

Ormai, è diventata abitudine di Giuseppe Conte invadere il palinsesto domenicale delle Tv, impettito, trònfio, borioso, altezzoso e vanaglorioso  per impartire salamelecchi, disposizioni e raccomandazioni, a proposito delle quali, forzando ogni ragionevole manuale giuridico, non si fa vergogna di inserirle impropriamente proprio nei decreti, accompagnandoli con l’avverbio “fortemente”: É fortemente raccomandato”. Il che, come osserva un editorialista del Corriere, significa che il capo del governo ci tiene davvero molto. Se lo aspetta proprio. E ci rimarrà male, se non lo ascoltiamo.

È di tutta evidenza che, già da febbraio scorso, invece di preoccuparsi di far funzionare la macchina dello Stato, invece di coordinare al meglio il rapporto tra Stato (rappresentato dal Premier e  il ministro Boccia)  e Regioni, invece di predisporre una strategia per il futuro del Paese in convivenza con il Covid, Giuseppe Conte ha svolto solo il ruolo di avvocato di sé stesso, preoccupandosi di mediare, interporsi, conciliare e indorare la pillola. A febbraio disse: chiudiamo i rapporti oggi per riabbracciarci felici in estate. Oggi dice: sacrifichiamoci per goderci Babbo Natale

E salta agli occhi, purtroppo, tutto quello che non è stato fatto da febbraio ad oggi: 

  • non sono stati predisposti luoghi deputati ad effettuare tamponi per chiunque lo richiedesse; 
  • non sono state predisposte strutture dove collocare in quarantena coloro che non dispongono di unità abitative capienti, 
  • non sono state rafforzate strutture apposite per il Covid e chi lo ha fatto come Bertolaso in Lombardia e Marche è stato messo in croce dagli amici del Premier come Travaglio e commedianti vari,
  • non è stata data una giusta informazioni per evitare che chi soffre anche solo di un semplice raffreddore intasasse i pronto soccorso,
  • molti malati anche gravi vengono oggi respinti dagli ospedali costretti a dare priorità ai malati di Covid, nonostante la mortalità da Covid sia molto bassa e quella dei tumori non curati fossero meno gravi.

E, ancor di più, salta agli occhi il “disordine istituzionale tra incertezze nel processo decisionale, integrazioni e modifiche notturne dei decreti, incongruenze vistosissime (a messa, si, a teatro o nei musei, no; cene vietate e pranzi permessi), differenziazioni ingiustificate tra categorie, scaricabarili tra autorità centrale e quelle locali. 

Manca una chiara assunzione di responsabilità sui ritardi, sulle mancanze, sui silenzi, su una strategia complessiva di contrasto al virus e di sviluppo del paese. Si va avanti chiudendo, vietando, raccomandando e, onde evitare che la rabbia della gente diventi un assalto al palazzo, si prendono in prestito i soldi delle generazioni future, indebitando il paese ogni oltre ragionevole logica possibile.