Martedì sera Giuseppe Conte ha visto i sorci verdi. Nel confrontarsi con i capigruppo della maggioranza si è trovato, salvo il grillino Perilli,  tutti contro, dal Pd a Leu, che pure ha il suo ministro più esposto, fino a Italia Viva che non gliele ha mandate a dire.

E, se Pd e Leu hanno fatto accuse generiche, Italia Viva, tramite Elena Maria Boschi, è stata più diretta e dura nella forma e nella sostanza.

Nella forma, ha chiesto la verbalizzazione della riunione così non si potrà più raccontare la favoletta offensiva che Italia Viva non dice le cose nelle sedi opportune e, peggio ancora, che si presterebbe a giochetti (a proposito di giochetti, anche Renzi in una intervista ha fatto presente che i suoi non sono giochetti ma politica: Senza la politica di Italia Viva lui, Conte, starebbe giocando con gli alunni all’università). 

Nella sostanza, ha chiesto di vedere tutti i dati scientifici in base ai quali si è deciso di chiudere musei e teatri e di limitare l’orario di bar e ristoranti. Conte non è stato in grado di fornirli e ha rinviato ad altro momento con altri ministri. E, ancora, nella sostanza, ha chiesto, in questo supportata dal PD, che sia aperto una volta per tutte un tavolo politico di maggioranza per una verifica chiara e trasparente di cosa deve essere l’Italia del futuro, senza, per questo, dover attendere i comodi dei 5 Stelle, di Taverna, Di Battista, Di Maio che continuano a suonarsele di santa ragione.