Possiamo fregarcene delle generazioni future: appena nati, strillano ma non votano; da adolescenti, contestano ma non votano; da ragazzi, protestano ma non votano; fino a 18 anni non votano e difficilmente si mettono a manifestare per strada a colpi di molotov, cose di cui sono specializzati gli adulti nati nella logica della violenza fine a se stessa o del potere al popolo.
Tutti i governi hanno potuto bellamente fregarsene, ma il secondo degli ultimi due, dopo il giallo-verde, il giallo-rosso, sta esagerando in modo inaccettabile. I suoi ministri se ne stanno tranquillamente seduti nelle poltrone dorate dei vari ministeri avendo ormai dato per assodato che il popolo pensa allo Stato come un Ente Supremo esterno a noi che può provvedere a tutto . Peccato che non sia così. Purtroppo, pochi sanno e pochi maggiorenti si preoccupano di comunicare agli adulti che lo Stato Italiano, da decenni, provvede alle esigenze dei cittadini indebitandoli. Si, indebitando i cittadini stessi, costringendoli, poi, a pagare forti somme a titoli di interessi che vengono sottratte agli investimenti.
Ci sono teorie economiche che sollecitano l’indebitamento, anche se a piccole dosi. In questo momento esso è inevitabile e a dosi massicce,  ma è criminoso dimenticare che la parte importante di questo debito sarà caricata sulle spalle delle future generazioni. È criminoso, quindi, non tracciare una visione del futuro; è criminoso indebitare i cittadini e limitarsi a distribuire risorse a destra e a manca senza un prospettiva. È giusto fornire liquidità a famiglie e imprese che, di colpo, perdono reddito e mercato, ma una situazione di emergenza può essere affrontata per uno-due mesi, non può essere la regola. La regola deve prevedere una attenzione alle esigenze delle nuove generazioni. Non possiamo lasciar loro una eredità fatta solo di debiti.
Allo scopo, occorrerebbe che le decine di task force messe in piedi dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con migliaia di personaggi coinvolti, le decine e decine di riunioni con tutte le categorie del Paese (che fine hanno fatto gli Stati Generali tanto strombazzati?) diano dei frutti concreti. Proposte concrete. Fatti concreti. Invece, niente. Il nostro Giuseppe Conte è impegnato a indebitare lo Stato per poi spendere i miliardi in spesa corrente senza ritorno. Niente ci dice su quello che veramente serve a questo Paese: Investimenti in Istruzione (giovani meglio istruiti possono meglio affrontare le difficoltà del futuro), in ricerca (il nostro paese è indietro rispetto a qualsiasi paese europeo), in infrastrutture digitali (il mondo viaggia sul web), sui trasporti, sugli ospedali (non ci si deve preoccupare come fa Travaglio se un ospedale resta vuoto; meglio ospedali vuoti che, quando servono e non ce ne sono, vedere camion militari pieni di bare).
Purtroppo, i piani di investimento che possono giustificare altre chiusure, altri sacrifici, altre umiliazioni, altri morti, mancano del tutto oppure sono seppelliti sotto altre carte nei cassetti dei vari esperti nominati da Giuseppe Conte.