Eh sì, fa veramente tenerezza il Marco Travaglio di questi giorni. Tanto, troppo preso a difendere il suo Giuseppi Conte e la Corte dei Miracoli che gli sta intorno, dimentica Berlusconi, il suo arcinemico, le aziende Mediaset e gli affari che le girano intorno. In questi giorni, in Parlamento, si sta parlando dell’emendamento, presentato dal governo giallo-rosso, a tutela di Mediaset impegnata nello scontro con i francesi di Vivendi. In altra epoca, potete immaginarvelo, il suo giornale, il Fatto Quotidiano, avrebbe schierato tutte la batteria dei suoi giornalisti per dare addosso a questo emendamento, tacciandolo per una legge ad personam, ad aziendam, una Salva-Mediaset schifosa, ributtante, repellente, disgustosa. Mi limito a questi aggettivi, ma lui, Travaglio, ne avrebbe trovati di ben più pungenti e acuminati. Ma, oggi che i voti di Forza Italia possono tornale utili a Giuseppi, il travagliatore opera sottotraccia, a filo d’acqua, a filo d’erba e, da direttore, dirotta l’informazione riguardante l’argomento in pagine poco aperte ed utilizzando formule giornalistiche asettiche, del tipo:  l’emendamento approvato alla Camera dei Deputati  permetterebbe all’Agcom di bloccare, per sei mesi, le richieste della francese Vivendi (che vorrebbe impossessarsi della società di Berlusconi)  rinviando tutto a giugno e dando una boccata di ossigeno al Biscione. Oggi che i voti di Forza Italia possono tornale utili a Giuseppi, Berlusconi non è più il puttaniere, l’amico dei mafiosi, il condannato, il pregiudicato; Berlusconi non è più il bau-bau della politica italiana. Immagino Berlusconi, invitato al prossimo talk-show: non pulirà più la sedia dove era stato seduto Travaglio (gesto rimasto famoso di tanti anni nel salotto televisivo di Michele Santoro) ma gli offrirà un posto nella sua Tv e la compagnia di una Olgettina. Pánta rheîPanta rei (in greco antico: πάντα ῥεῖ, “tutto scorre”).