Lo segnala in modo convincente, come sempre, Milena Gabanelli nel suo Data Room di oggi: In tempi di Covid si replica la volontà politica di sempre e, cioè, dare «qualcosa» a tutti, senza dare di più a chi ne ha veramente bisogno. Si chiamano bonus a pioggia. Senza un vero screening, siamo sempre al punto di partenza e il denaro erogato va solo ad aumentare il peso del debito sulle generazioni future. Il vizio di fondo è proprio quello di dare soldi a tutti, con una modalità dove solo i più svelti se ne avvantaggiano. Prendiamo il caso del bonus bicicletta. Chi vive in centro, magari in una Ztl di una grande città, ed è benestante ha potuto comprare una bici elettrica di 2 mila euro con una parziale copertura da parte dello Stato. Ovvero con i soldi delle tasse, anche di coloro che hanno minore disponibilità economica, vivono in zone più periferiche e sono costretti a prendere la metropolitana perché gli altri 1500 euro non possono permetterseli. Si potrebbe ribaltare la prospettiva; invece di dare sempre a tutti, potremmo togliere qualcosa: far pagare meno tasse a chi è in stato di necessità. Si chiamano compensazioni fiscali.
Ma questo, sollevato dalla Gabanelli, è solo un aspetto del problema. È tutta la manovra economica del Governo che non ha un senso compiuto, non presenta scelte coraggiose che traguardino il futuro, tutta improntata, com’è, al rattoppo, all’inseguimento della pandemia, all’emergenza da fiato corto. Si accolgono, pertanto, come inevitabili, la cassa integrazione, i ristori, la clausola dell’Iva, il blocco dei licenziamenti che dura da un anno e assorbe molti troppi miliardi senza un ritorno importante per una occupazione coerente e congrua con una visione di politica industriale e di ripartenza del Paese. Imprenditori di valore, non succhiaruote o collusi con la politica, lo dichiarano apertamente. Monopattini, biciclette, cassa integrazione a perdere e blocco dei licenziamenti servono ad acquietare ma non a risolvere il problema italiano. La cassa integrazione impedisce la formazione di nuove professionalità per nuovi lavori e settori. Il blocco dei licenziamenti impedisce a molte aziende, che vanno bene, di riassumere. Insomma, si arriverà a primavera con gli stessi problemi di oggi, ma in peggio.